Dopo mesi di blocco dovuti alla pandemia, la danza può tornare in scena nuovamente nella sua casa, il teatro ‘Alla Scala’ di Milano. Dietro questo nuovo inizio c’è la metafora di un inizio anche per la città che si risolleva dopo il lockdown.
Corpo di ballo. L’avventura di Giselle alla Scala, prodotta da Panamafilm con RaiPlay in collaborazione con Il Teatro alla Scala di Milano e Intesa Sanpaolo, è una docuserie di 12 puntate dal 30 aprile in anteprima esclusiva su RaiPlay.
Dopo la riapertura, la prima opera da portare in scena è Giselle, simbolo del balletto romantico per eccellenza. La serie racconta attraverso la voce dei vari artisti che vi prendono parte gli ostacoli, le restrizioni, le nuove chiusure, i duri allenamenti e la consapevolezza che si sta scivolando inesorabilmente verso la seconda ondata. E’ la prima volta che i ballerini diventano protagonisti mostrando il talento e la prestanza atletica, ma anche le debolezze delle loro storie personali, senza alcun filtro. Qualcuno, nel lavorare insieme, si innamora.
Tra i protagonisti tantissimi ballerini ed ex ballerini famosi in tutto il mondo: Laura Contardi, Massimo Murru, Nicoletta Manni, Virna Toppi, Martina Arduino, Claudio Coviello, Timofej Andrijashenko, Gioacchino Starace, Vittoria Valerio, Alessandra Vassallo, Antonino Sutera, Antonella Albano, Maria Celeste Losa, Marco Agostino, Nicola Del Freo; Frederic Olivieri e Manuel Legris, i due direttori del Corpo di Ballo che si sono avvicendati nel corso dell’anno. Da segnalare la partecipazione straordinaria di Carla Fracci.
La vita dei danzatori è scandita da regole severe, ogni volta è come la prima vola, la responsabile del corpo vede quello che nessun altro vede, toccando l’imperfezione per trasformarla e cancellarla. “C’è sempre qualcosa da migliorare – dice la maître Laura Contardi – dico sempre ai miei ragazzi di non adagiarsi mai. Non pensate che avendo già fatto tanti spettacoli vada bene così. C’è sempre qualcosa in più e un modo di andare oltre”.
Il personaggio principale di Giselle è coperto da tre ballerine, Nicoletta, Vittoria e Martina, ciascuna con la sua storia, sapendo bene che non tutte le artiste che studiano per un ruolo saranno poi scelte per andare sul palco. “Nel primo atto – dice il maître Massimo Murro – Giselle è una presenza reale, nel secondo atto uno spirito, un fantasma, lo stile è importantissimo. Puoi essere la Giselle che vuoi essere”. Anche in questo, un simbolo di rinascita.
“Essendo un balletto che abbiamo molto in repertorio – commenta il direttore Olivieri – c’è l’interesse e la bellezza di lavorare sulla tecnica e la bellezza ma anche sul fisico, anche i ballerini crescono e il lavoro cambia, l’interpretazione diventa sempre diversa”. Le 12 puntate coprono un arco temporale di sei mesi. Il racconto è molto fluido e permette allo spettatore di immedesimarsi apprendendo anche un po’ di rudimenti di danza, apprezzando maggiormente, alla fine della visione, quanta difficoltà ci possa essere dietro un movimento apparentemente semplice, che in realtà richiede tanti anni di lavoro sia sul singolo che sul gruppo.
Foto di Sara Brusiol.
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