“Non è un film etnografico, e neppure imparziale, ma un roadmovie nel cuore della Patagonia, la zona più incontaminata del pianeta su cui incombe una minaccia ambientale”. Lo scrittore cileno Luis Sepúlveda, insieme a Diego Meza, ha realizzato il documentario Corazon verde, una coproduzione (Spagna e Cile) con la partecipazione di Tele+, distribuito dalla Surfilm e che andrà in onda a novembre su Tele+Bianco in prima serata, nella fascia dedicata ai documentari.
“La minaccia viene dal previsto insediamento di una grande fabbrica olandese di alluminio, con domicilio nel paradiso fiscale delle isole Cayman in New Jersey, che scaricherà tra l’altro in mare grandi quantità¨mercurio. Ma anche dalla costruzione di 3 centrali idroelettriche capaci di soddisfare le esigenze di città come Buenos Aires – racconta Sepúlveda – In pericolo è un territorio grande la terza parte dell’Italia, ricco di pesce e frutti mare, luogo di riproduzione di balene e delfini, una riserva naturale della biosfera che l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità, dichiarazione purtroppo che non ha effetto vincolante come una legge nazionale”.
Tutto questo accade con il consenso del governo cileno, degli industriali del mio, senza chiedere il parere degli abitanti di questa terra. Il ministero dell’Economia cilena giustifica infatti queste scelte industriali con la necessità di attrarre capitali e investimenti stranieri, nella convinzione che non abbia senso lasciare inutilizzata una regione così ricca e scarsamente popolata. “Non ci abita nessuno, sostengono i governanti. Ebbene io e Diego Meza abbiamo raccolto le opinioni di questi nessuno che sono gli abitanti di questa zona della Patagonia. Volevamo scoprire l’opinione di coloro che non hanno la possibilità di apparire in un programma televisivo o sulle pagine di un quotidiano. Abbiamo realizzato questo documentario per tutti gli ambientalisti di Cile Uruguay, Brasile”.
Per il futuro lo scrittore cileno ha altri progetti, tra cui un documentario nella cittadina toscana di Pietrasanta, sulla dignità del loro lavoro, sui cavatori di marmo la cui aspettativa di vita non supera mediamente i 45 anni, perché alta è la percentuale di morti per cancro ai polmoni.
Inoltre dopo Nowhere, Sepúlveda girerà, nel 2004, un adattamento del suo romanzo “Hot Line”, apparso a puntate sul “Corriere della Sera” nel 1998, e il cui protagonista è un ispettore di polizia, George Washington Caucamán, un cileno di origini mapuche, trasferito a Santiago dopo aver sparato al figlio di un potente generale.
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