COPRODUZIONI

Al Toronto Film Festival i produttori hanno dunque presentato alla stampa internazionale e ai produttori locali i loro progetti, alla presenza del console italiano Francesco Scarlata. C’era anche il direttore del festival Piers Handling a testimoniare il prestigio dell’appuntamento, organizzato dall’Ice, Italia Cinema e l’Istituto Italiano di Cultura di Toronto. “L’esperienza ormai si sta consolidando – spiega Luciana Castellina, presidente dell’Agenzia Italia Cinema – i produttori si sono incontrati due volte in Canada, a Toronto, e altrettante a Cannes. L’esperienza si sta rivelando molto positiva, non solo per i risultati concreti che ha portato, ma perché in Italia ci si sta abituando a pensare che i finanziamenti si possono trovare a livello internazionale e non soltanto al ministero della Cultura. Il mondo è pieno di partner potenziali”.
Ma cosa si aspettano i produttori italiani dal mercato canadese? “Siamo qui – afferma Tore Sansonetti – per capire se esistano nuovi sbocchi. Con il Canada l’Italia ha un trattato di coproduzione che con gli Stati Uniti non esiste ancora. Ritengo che il Canada sia un ottimo mercato: il film di Winspeare, Pizzicata, è stato distribuito qui e è andato molto bene. La storia che oggi proponiamo è molto forte, perché parla di sacro e profano, aspetto molto importante per il Sud d’Italia. E riteniamo sia tema di interesse internazionale”.
Anche per Maurizio Mosca, Rossana Seregni e Agnese Fontana, questa è la prima volta a Toronto. “Siamo qua per – precisa Mosca – verificare se i progetti nei quali crediamo possano suscitare interesse. Il mio progetto, Ritorno ad Haifa – Return to Haifa, è in continua evoluzione e avrà il supporto economico israeliano e palestinese. Ma il confronto con altri eventuali finanziatori è importante per definirne meglio i dettagli. La sceneggiatura la stanno scrivendo uno scrittore palestinese e una scrittrice israeliana. È straordinario che una donna il cui marito è stato ucciso dagli israeliani accetti una loro collaborazione».
Mosca attualmente ha altri due progetti produttivi, il nuovo film di Luca Guadagnino. Si tratta di un thriller, scritto da Ivan Cotroneo e Cesare Frugoni, girato in inglese con tre protagonisti anglosassoni. “La scommessa – sostiene Mosca – è di realizzare in Italia un film di genere, per di più erotico, di stampo anglosassone”. Il secondo è un film di Luciano Manuzzi, basato sulla storia vera di un comandante albanese a cui viene rapita la moglie”.
Da tempo impegnata nella ricerca di coproduzioni è Rossana Seregni, Sintra Film, a Toronto con il progetto dal titolo provvisorio Mozarteum. «Ma non sempre è facile trovarne – sostiene – i problemi della distribuzione dei propri film ci sono ovunque. Ma esistono anche casi clamorosi che funzionano come Pane e tulipani, venduto in quasi tutto il mondo e campione al botteghino tedesco. Per trovare partner qui però ritengo bisogna avere un progetto che si possa girare anche in Canada. Il mio prevede parti da girare in teatro, che spero interessino i produttori locali”.
Senz’altro interessante per il Canada è anche la storia di immigrati presentata da Agnese Fontana, Brooklyn Films: Torino San Salvario, sviluppo di un cortometraggio che ha vinto l’Oscar europeo. “Sono qui anche per rappresentare l’associazione dei documentaristi – afferma Fontana – Per il documentario in Italia si sta aprendo una nuova stagione. Trovare partner per raccontare storie di altri paesi è fondamentale, si tratta di referenti che conoscono il territorio e possono raccontare le culture “altre” dall’interno”.