Vituperato dalla critica e malvisto dal governo canadese – a cui noi piaceva l’idea che ai suoi luoghi di turismo “romantico” fosse associata una vicenda tanto torbida – Niagara di Henry Hathaway, che compie quest’anno settant’anni, è oggi ricordato soprattutto per aver lanciato definitivamente la carriera di Marilyn Monroe.
Il trailer prometteva “un furioso torrente di emozioni, incontrollabile perfino dalla natura”, ed è comprensibile capire il furore che aveva suscitato dato che la frase era accompagnata da immagini conturbanti della ventiseienne Norma Jean nel suo primo vero ruolo da protagonista dopo le apparizioni in Giungla d’asfalto e Il magnifico scherzo.
Alla Fox sapevano che questo intenso melodramma – scritto da Charles Brackett, Walter Reisc e Richard L. Breen – era tagliato su di lei. Si trattava di associare la sua immagine a uno scenario affascinante e temibile come quello delle impetuose cascate: due meraviglie della natura a confronto, insomma.
Gli sposi Ray (Casey Adams) e Molly ma in originale è Polly (Jean Peters), hanno finalmente deciso di trascorrere la loro luna di miele, ritardata di tre anni per problemi economici, alle cascate del Niagara. Ma al loro arrivo trovano il cottage che dovrebbe ospitarli ancora occupato da una coppia in crisi, quella formata da Rose Loomis (Marilyn) e suo marito George (Joseph Cotten), affetto da shock post-traumatico dopo aver combattuto in Corea, e tormentato dalla gelosia nei confronti della moglie, convinto che lei lo tradisca.
In effetti Rose e il suo amante Ted (Richard Allan) stanno pianificando di farlo fuori, ma il loro fallisce. Quando George per difendersi uccide Ted per poi scomparire fingendosi morto, la polizia annuncia a Rose di averne ritrovato il corpo nelle acque del fiume Niagara.
Ma al momento del riconoscimento del cadavere, la donna cade in stato di shock quando si rende conto che la salma è quella di Ted. La vendetta del redivivo George non tarderà ad arrivare: e nella sua follia l’uomo trascinerà con sé anche l’ingenua Molly. Sebbene molti critici concordino nell’opinione negativa sul film, grazie ad esso Marilyn passa alla storia soprattutto per due motivi: si tratta del suo primo film in technicolor ed è l’unico film in cui interpreta un personaggio malvagio.
Suscitò inoltre una certa attenzione l’abito scarlatto da lei indossato in diverse scene del film, che contribuì alla sua resa iconica. Da non dimenticare poi la sua performance canora, con cui interpreta ‘Kiss’ di Lionel Newman e Haven Gillespie.
Oltre che nei pressi delle cascate, il film fu girato negli Studi della Fox di L.A.
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