ComedyLab: una nuova strada per la commedia, tra autoanalisi e lotta ai tabù

Si è tenuto il primo workshop del nuovo progetto del TorinoFilmLab incentrato sulla commedia. Ne abbiamo parlato con l’head of studies del progetto Alec Von Bargen e con la consulente pedagogica Savina Neirotti


TORINO – Il Torino Film Lab “ha sempre messo in discussione lo status quo”, in questi giorni lo sta facendo ancora con maggior intensità rispetto al solito, grazie all’esperienza senza precedenti del ComedyLab. Organizzato dal TorinoFilmLab – National Museum of Cinema con il supporto di Creative Europe – MEDIA Sub-programme of the European Union, la prima edizione di questo laboratorio vuole unire le energie creative di sceneggiatori e comici provenienti da tutto il mondo con l’obiettivo di dare vita a quattro diversi progetti cinematografici, commedie capaci di andare “a fondo nella psicologia dei personaggi scardinando certi tipi di pregiudizi”, quelli legati a un genere spesso bistrattato, nonostante il successo commerciale.

Abbiamo avuto l’occasione di incontrare l’head of studies Alec Von Bargen e la consulente pedagogica Savina Neirotti che hanno dato forma al programma del laboratorio, cucendolo sulle esigenze dei singoli autori. In questi giorni, 9 sceneggiatori e comici selezionati hanno iniziato a lavorare insieme, costruendo quelle relazioni che in futuro, daranno vita ai quattro progetti filmici, i quali – dopo una tappa estiva a Porto – saranno presentati in occasione del prossimo TorinoFilmLab’s co-production market, a Novembre 2024. Esercizi di scrittura e d’improvvisazione hanno amalgamato il gruppo, fino ad arrivare a un momento puramente performativo, in cui i quattro comedian hanno interpretato i loro monologhi sul palco e messo in scena alcune pagine tratte dalle sceneggiature presentate dagli autori. Ma il percorso è solo all’inizio.

Il ComedyLab è un esperimento inedito che andrà perfezionato, ma che sta già portando i primi risultati, intercettando delle esigenze che gli organizzatori del TFL segnalavano da tempo. “Per due anni abbiamo fatto un grosso studio su tutto ciò che veniva mandato al Lab e che si definiva commedia – spiega Savina Neirotti – Abbiamo capito che la maggior parte crede di essere una commedia, ma non lo è. L’abitudine che si era creata era che la commedia fosse mettere uno sketch qui e là, un dramma con una risata sporadica. Non c’era una vera ricerca, perché la vera matrice della commedia è una capacità profonda di autoanalisi. Prendere la commedia sul serio vuol dire affrontare dei nodi della nostra esistenza e bisogna vedere se abbiamo voglia di farlo. Dopo tanto lavoro d’analisi abbiamo capito che forse la cosa migliore da fare era lavorare insieme ai comedian. L’idea era quella di unire le storie degli autori con le abilità degli stund-up comedian, che sono molto capaci di ridere di se stessi. La commedia si basa sulla capacità di mettersi in discussione e accedere alla propria vulnerabilità, non sul sarcasmo verso l’altro, ma sull’autoironia, e questa capacità di indagine è quella che dà la profondità”.

“Non mi aspettavo così tante application, così tante persone desiderose di far parte di una cosa così nuova. – ammette Alec Von Bargen – TorinoFilmLab è sempre un passo avanti, tutto il mondo guarda a Torino. ComedyLab arriva in un momento fondamentale, dopo quattro anni di incertezza e depressione. Qualcosa che non finisce, perché stiamo ancora lottando per rispondere alle domande: chi siamo? Quello che facciamo ha un perché? Pensavo che arrivassero una quindicina di application, ne sono arrivate più di cento e di grande qualità”.

“Stiamo lavorando con due script editors meravigliosi, Philippe Barrière e Laura Piani, che ci stanno facendo tornare alle basi delle storie, proprio a livello strutturale – continua Von Bargen – Savina sta entrando psicologicamente nell’anima di questi artisti, in un modo super generoso. Io invece lavoro sulla visualizzazione e soprattutto sul togliere tutti i tabù che sono come dei muri per noi esseri umani. Era una cosa che ci voleva, perché lavorare con il cuore è completamente diverso che farlo soltanto con la testa. Siamo tutti professionisti che possono correggere una storia in due giorni, ma impegnarsi a livello umano vuol dire sedersi di fronte a te, guardarti negli occhi, ascoltarti. Tante volte ci scordiamo di farlo, ma i risultati si vedono immediatamente”.

Dopo 20 anni di successi con progetti come ScriptLab, SeriesLab e TorinoFilmLab, l’obiettivo da raggiungere è chiaro anche in questo caso, per quanto impervio: creare una nuova generazione di autori capaci di lavorare sul genere della commedia con un taglio internazionale, senza sminuirne le potenzialità, anzi valorizzandole. “Come facciamo a essere locale e universale al tempo stesso? – conclude Neirotti – Lavorando con le emozioni. È la sfida più difficile da affrontare, ma è lì che stiamo cercando di arrivare”.

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30 Aprile 2024

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