Colpo di fulmine tra il contadino e la giornalista di moda

Paolo Genovese con la commedia corale, sentimentale e ironica Sei mai stata sulla luna? racconta la contrapposizione e l’incontro di due mondi distanti, la Milano degli stilisti e la campagna pugliese


Un cast di attori collaudato da Bova a Rubini, da Impacciatore a Solfrizzi, a Marcorè e un volto poco noto al grande pubblico, Liz Solari, una famosa modella e attrice argentina, che in Italia ha esordito con Carlo Vanzina in Ex: amici come prima! (2011). A loro si affida Paolo Genovese per ripetere con Sei mai stata sulla luna? i successi al box office ottenuti con Immaturi, Immaturi-Il viaggio e Tutta colpa di Freud. Si tratta di una commedia corale, sentimentale e ironica, in sala con 01 Distribution dal 22 gennaio in più di 400 copie. La produce, con Rai Cinema, la Pepito Produzioni creata nel 2010 da Agostino Saccà, dopo 30 anni in RAI come giornalista e dirigente, con l’obiettivo di cimentarsi nel racconto cinematografico e televisivo: ”Non è facile fare oggi l’imprenditore, soprattutto senza il ‘calduccio’ di mamma RAI”.

Il film Sei mai stata sulla luna? è costruito sulla contrapposizione e l’incontro di due mondi distanti, rappresentati da Guia (Liz Solari), una donna indipendente e in carriera, una giornalista affermata della Milano degli stilisti, e da Renzo (Raoul Bova), un affascinante fattore, vedovo con figlio di 10 anni (Simone Dell’Anna), che vive e lavora nella masseria pugliese ereditata da Guia. Toccherà a Renzo far scoprire a Guia che quel che le manca è un amore vero, non certo quello del futuro sposo Marco (Pietro Sermonti), un arido fiscalista, esperto di evasione e frodi.
Intorno a loro si muove una galleria di volti originali e brillanti, frammenti di un’umanità poco cittadina e più di provincia: Neri Marcorè è Pino, il cugino di Guia che vive nella masseria, picchiatello e un po’ ritardato, ma rivela uno sguardo e una profondità d’animo insoliti; Sabrina Impacciatore è Mara, una donna romantica e sognatrice, da anni alla ricerca del grande amore in Internet, avendo come film di riferimento Colazione da Tiffany; Sergio Rubini è Delfo, il fratello geloso di Mara, un po’ il custode della tradizione del Sud con il suo bar dalla vecchia insegna anni ‘50/’60; Emilio Solfrizzi è invece Felice, il barista concorrente di Delfo con il suo locale, modello americano, e i cocktail alla moda, un uomo che ha tentato la fuga dal paesello, ma è tornato e perdutamente innamorato di Mara.
Di questo piccolo paese del profondo Sud fanno parte, oltre a Rubini e Solfrizzi, altri due pugliesi doc come Paolo Sassanelli nei panni di un macellaio che è nel contempo anche agente immobiliare, e come Dino Abbrescia, nel ruolo del notaio latinista sui generis. E ancora Nino Frassica è Oderzo, contadino siciliano trapiantato; Giulia Michelini è Carola, assistente di Guia assorbita dal lavoro; Rolando Ravello è infine il prete paziente del paese.

Il film è liberamente ispirato a L’amour vache, un film tv francese diretto nel 2009 da Christophe Douchand che raccontava il colpo di fulmine tra un lui, contadino e padre single, e una lei parigina, che trascorre con il fidanzato il fine settimana in campagna per presenziare a un matrimonio. “Il mio film non ha legami con l’opera francese, un melò che non è nelle mie corde. Sono semplicemente partito dal quel corto circuito, da quel conflitto città e campagna”, dice il regista. Fa parte della colonna sonora, composta da Maurizio Filardo, anche una canzone inedita di Francesco De Gregori. “De Gregori ha rappresentato sempre un mito e ho avuto la fortuna di conoscerlo l’anno scorso durante il festival Los Angeles Italia – spiega Genovese – Lui riceveva un premio e io presentavo Tutta colpa di Freud. Non ho avuto il coraggio di chiedergli una canzone per un mio film, è stato De Gregori stesso a proporla: ‘Voglio scrivertela proprio perché non me l’hai chiesta’. Sono molto contento perché una canzone inedita di un musicista importante, come è già avvenuto con Daniele Silvestri e Alex Britti, ogni volta che viene trasmessa prolunga la vita del film”.

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19 Gennaio 2015

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