I fondi del della massima istituzione del cinema d’oltralpe, il CNC, sono a rischio. Nonostante il budget del Centro Nazionale di Cinematografia sia appena stato fissato a 705 milioni di euro, cifra ritenuta adeguata dagli esperti del settore, il governo – nel tentativo di contrastare la crisi economica che minaccia la Francia – ha deciso di recuperare parte della tassazione che serve a finanziare l’agenzia. Una misura che non riguarda solo il cinema, ma una trentina di organismi pubblici tra cui il Centre national du livre (CNL), l’Agenzia per l’energia (Ademe), l’Ufficio per l’immigrazione e l’integrazione (OFII).
Tutte le organizzazioni professionali del cinema – ARP (Société civile des auteurs-réalisateurs-producteurs), BLIC (Bureau de liaison des industries cinématographiques), BLOC (Bureau de liaison des organisations du cinéma), SACD (Société des auteurs et compositeurs dramatiques) e UPF (Union des producteurs de films) – hanno immediatamente condannato l’emendamento proposto dal governo perché “mette in crisi il sistema di sostegno del cinema francese, un sistema che dal 1946 ci ha permesso di avere un’industria forte, dinamica e diversificata”, come sottolineano i firmatari dell’appello.
Il CNC è attualmente finanziato da quattro tasse di scopo che riguardano gli introiti delle sale, l’homevideo, il video on demand e i proventi televisivi. Per Florence Gastaud, segretario generale dell’ARP: “Il cinema è pronto a contribuire con un gesto di solidarietà nazionale, ma a condizione che questo non rimetta in discussione il sistema di finanziamento in vigore”. Oggi, 24 ottobre, si terrà una riunione interministeriale per valutare delle contromisure.
Leggi su Le Monde l’intervento di David Kessler e Marc Tessier, ex direttori generali del Centre National de la Cinématographie
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