“È stato il film più difficile che abbia fatto, da attore e da regista. Non ero sicuro di farcela. Durante il lockdown ho fatto come tutti, ho fatto il bucato e ho lavato i pavimenti, i piatti, ho cambiato i pannolini, non i miei ma quelli dei miei figli. Quando vivevo da solo avevo imparato ad aggiustare le cose, cambiare le lampadine, smontare il lavandino. La buona notizia è che sono ancora in grado di farlo”. Così in un’intervista a ‘la Repubblica’, George Clooney racconta la sua nuova esperienza di attore e regista in The Midnight Sky, il film ambientato nel 2049 e lanciato verso gli Oscar, dove interpreta un astronomo malato di cancro che nella solitudine dell’Artide tenta di avvertire l’ignaro equipaggio di un’astronave di ritorno sulla Terra che il mondo è distrutto. La pellicola arriverà su Netflix il 23 dicembre prossimo.
“Tutto l’odio e la divisione che ci sono oggi – dice Clooney – li abbiamo immaginati in avanti nel tempo. Non riguarda solo gli Stati Uniti, anche se stiamo vivendo tempi difficili: è l’umanità a essere una cosa fragile. Jimmy Carter diceva che la pace deve essere condotta come una guerra. Se non lottiamo per la pace non è inconcepibile tra trent’anni trovarci in quella situazione. Mi sono innamorato della storia perché c’è speranza di redenzione e lotta per un’idea di umanità. Ne vale la pena? La risposta del film è sì. Sono ottimista per l’America, conosco Biden e so che è la persona giusta in questo momento”.
“È stato il film più difficile che abbia fatto, da attore e da regista. Non ero sicuro di farcela”, spiega Clooney, aggiungendo che di avere “lavorato benissimo” con Netflix. “Con le piattaforme ci sono migliaia di occasioni di lavoro in più per tutti. Opportunità che quando io ero giovane, negli anni ’80, non potevo neanche sognare. Penso che il cinema non sia morto e che, finita la pandemia, non vedremo l’ora di tornare tutti in sala”, conclude l’attore e regista.
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