Claudia Gerini: “Una madre tigre pensando ad Anna Magnani”

L'attrice è protagonista di Mancino naturale di Salvatore Allocca, visto alla Festa in Alice nella città


Un giocatore lo si può giudicare, in fondo, da come calcia la palla. Anche se è poco più che un bambino, ma promette con il suo talento una carriera brillante. Almeno è quello che spera con tutte le forze, e con non poca grinta, la madre, Isabella, interpretata da Claudia Gerini, nel film Mancino naturale di Salvatore Allocca. Presentato alla Festa del Cinema di Roma, nella sezione Alice nella città, in sala con Adler Entertainment dal 31 marzo.

Racconta le tante frustrazioni quotidiane di una donna, vedova da tre anni, che ripone fin troppe speranze, e soprattutto molte responsabilità, nel figlio Paolo, calciatore in erba, chiamato così in omaggio al grande Paolo Rossi, lanciato nel Vicenza, città natale del padre scomparso.

“L’idea era di raccontare il mondo del calcio giovanile – ha dichiarato il regista – legandolo al rapporto fra una madre e un figlio. Spesso i genitori proiettano sui loro figli aspirazioni e frustrazioni. Cercando di realizzarsi attraverso di loro, finiscono per imporre un destino che forse i ragazzi non vorrebbero. Così li portano a privarsi delle cose tipiche della loro età, come uscire con le ragazze, frequentare gli amici o la stessa dimensione del gioco, la spensieratezza. Questo può creare delle ferite indelebili che segnano i figli, una volta cresciuti. Sia che riescano o meno, si trovano in un percorso che non hanno scelto loro. A quel punto, saranno veramente felici?”.

“Il tono del film è quello di un dramedy, racconta un dramma ma con la leggerezza e l’ironia della vita – ci ha spiegato invece Claudia Gerini – Ho amato molto Isabella, mi fa ridere e tenerezza, anche se è una prepotente. Una donna che vive nelle case popolari, in una realtà periferica difficile, vedova e senza soldi. Ma è una tigre aggressiva, si capisce subito fin dalla prima scena, quando litiga con gli altri genitori sugli spalti, durante una partita di calcio del figlio. Tormenta l’allenatore, vuole che lo faccia giocare a sinistra. È una mamma protettiva, che fa però molti errori. Dà troppe responsabilità al figlio, che è pur sempre un bambino, anche se ha un sinistro fenomenale”.

È il rischio di un genitore, quello di proiettare sui figli i sogni infranti?

È così. I figli devono percorrere le loro orme, ma non è giusto. Come genitore, devi sempre essere in ascolto di tuo figlio, fargli esprimere la propria personalità, cercando la sua vita. Avendo solo figlie femmine, mi sono goduta il rapporto nel film con un bambino maschio, con una sorta di romanticismo molto tenero.

È una questione molto attuale, quella delle giornate che non bastano mai, in cui si rincorre sempre il tempo che scorre implacabile.

È vero. In questo Isabella mi somiglia moltissimo. Sono una mamma di due figlie, le accompagno nei sogni, lasciandole però libere di fare le loro scelte, quelle che ritengono migliori. Nel suo rincorrere il tempo mi ritrovo perfettamente. Sono sempre in ritardo ovunque vada. Ma come mai ci siamo messi in questa condizione? Purtroppo viviamo in un tourbillon da cui è difficile uscire. Abbiamo costruito noi tutte queste sovrastrutture. Prima avevamo una vita molto più semplice. Ora si è complicato tutto.

Ha pensato a qualche grande attrice del nostro cinema del passato, interpretando Isabella?

Non si può fare a meno di pensare a Bellissima. Alla meravigliosa interpretazione che ci ha regalato l’immensa Anna Magnani. C’ho pensato, anche perché la dinamica di una madre che mette enorme pressione, in quel caso a una figlia, è ancora più accentuata nel mondo dei concorsi di bellezza. Lì era una bambina, qui è declinato al maschile, ma Isabella ha un grande orgoglio che fa tenerezza, oltre che commuovere. Pretende per il figlio le stesse possibilità degli altri aspiranti calciatori. Un piccolo nucleo mamma e figlia contro il mondo intero. È un’immagine forte.

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17 Ottobre 2021

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