Un archetipo, quello della Città di Fondazione del Novecento. Colleferro (Roma) protagonista.
Alessandro Haber narra il progresso e lo sviluppo in forma di fiction, tra una fabbrica e il suo centro abitato: dal Villaggio Operaio Liberty, al piano di Riccardo Morandi, l’evoluzione urbanistica e sociale dalla Città Razionalista degli Anni ‘30, fino alla Città Aziendale del Dopoguerra.
Questo è Città Novecento, docufilm diretto da Dario Biello, già presentato nella sezione Riflessi della scorsa Festa di Roma, una produzione Filmidea, in co-produzione con Luce Cinecittà.
“È un film fuori dai canoni. A mio avviso c’è da sfruttare e stimolare queste realtà in Italia, sinonimo di lavoro, bellezza, emozione. È stato fatto un bellissimo film, con leggerezza, ironia, intelligenza, qualcosa di inaspettato e imprevedibile, ne va dato merito agli autori”, commenta Haber.
“A Colleferro si è fatta e si fa l’archeologia del futuro: un ‘pay off’ che sovverte la logica di quella classica e passatista. Ho cercato di creare una sintesi tra tanti ingredienti, e il cinema è un supporto. Colleferro è un archetipo nella Storia dell’Architettura e dell’Ingegneria, è Città di Fondazione aziendale: Colleferro è il campo di prova perfetto per capire il concetto, fino a toccare i temi della rigenerazione, che sono un processo in atto. Il concetto di Città di Fondazione vive al di là del Ventennio fascista: a noi interessa la città del ‘900, e da qui partiamo per raccontare altri episodi del racconto cinematografico. Le altre città del progetto sono tante, nell’ambizione di un cinema territoriale, che possa raccontare storie che si possano compenetrare, come tra Valdagno e Ivrea, tra Marzotto e Olivetti, che ha consegnato la prima fornitura di calcolatori proprio all’azienda veneta. Ancora, Verona prima città Futurista. Ma anche di Roma e delle città nella città, tra cui Cinecittà, protagonista di uno degli episodi, luogo che non deve diventare un museo ma continuare a fare cinema per continuare a vivere, rigenerando le vocazioni”, spiega Biello.
Il film “piace tanto a Luce Cinecittà perché cinema, architettura, progettualità hanno in comune la funzione sociale di essere visionari. Questo film unisce le forme di ‘pazzia utile’ della società e lo fa con l’uso nobile dell’Archivio Luce, non creando monumenti cristallizzati ma dando una traccia di futuro, soprattutto nelle immagini di Morandi. L’auspicio, visto che il film esce in sala, è che giovani, studenti, vadano a vederlo: il documentario permette una fuga attraverso la realtà, e attraverso la Storia abbiamo un’ispirazione per il Paese. È una lezione bellissima di convivenza civile”, il commento della co-produzione.
In occasione della recente nomina a Capitale Europea dello Spazio 2022, assegnata alla Città Metropolitana di Roma Capitale, di cui Colleferro fa parte, nasce Città Novecento, la Città Fabbrica della Bombrini Parodi Delfino. La cittadina laziale è stata anche l’occasione per celebrare la figura del grande progettista Riccardo Morandi, maestro dell’Ingegneria del ‘900 – alle cronache per la tragedia del Ponte sul Polcevera a Genova -, che a Colleferro lavorò dagli Anni ’30 e fino alla sua scomparsa, per realizzare il progetto della Città Morandiana, trasformando il centro abitato da Villaggio Operaio Liberty in Città di Fondazione Aziendale.“Il film è una sintesi del Progetto Novecento. La ricerca d’archivio s’è declinata tra oggetti fisici reali, che arrivano dall’archivio della famiglia Morandi e da quello della Città Morandiana. C’è poi l’archivio audiovisivo e il cinema, qui non un esercizio di stile, ma di rappresentazione di momenti storicamente verificati ma poveri di immagini: il cinema ha riempito un vuoto visivamente colmato”, continua il regista.
“Questo film è anche il prodotto di un’attenzione che aveva mio padre – Riccardo Morandi – della memoria di ciò che faceva: Colleferro fino agli Anni ’90 era abbastanza sconosciuta e alla sua morte, nell’archivio, abbiamo trovato progetti e testimonianze. Era ignorata nella Storia dell’Urbanistica, seppur progettata in fondo da una persona nota tra gli Anni ‘70 e ’80, e questo testimonia l’importanza degli archivi. Come poi, l’importanza dell’Amministrazione nel valorizzare la città. Colleferro è stata per mio padre una grande occasione di impegno civile”, dice il professor Morandi, anche lui tra le voci dell’opera.
Il docufilm è realizzato, appunto, con rari filmati dell’Archivio Storico Luce, della Cineteca del Friuli e dell’Archivio Multimediale Città Morandiana: con l’interpretazione di Alessandro Haber, e di 100 comparse in costume, sono tessute interviste a personalità culturali e accademiche, tra cui Massimo Cacciari e Antonio Pennacchi (nella sua ultima intervista per il cinema), gli storici Emilio Gentile, Claudia Conforti e Marzia Marandola, il critico Luigi Prestinenza Puglisi e l’ambasciatore e S.V.P Avio Giorgio Novello.
“Per noi colleferrini il film è toccante. In questo docufilm ci sono due filoni: quello di una comunità e quello del Paese, perché Colleferro per noi è tutto il Villaggio Operaio, per noi è tutta la Città Lavoro, di fatto è sempre stata una comunità fortemente operaia. Dapprima, c’era un dibattito padrone-operaio di tipo giuslavoristico, mai ambientale, poi sviluppatosi nel tempo. La città metropolitana di Roma è l’unica a grande a vocazione spaziale: il nostro futuro sono i cieli”, afferma il sindaco della città protagonista del film, Pierluigi Sanna.
L’uscita evento, in oltre una cinquantina di sale, è fissata per il 14-15-16 marzo.
Diretto da Fabrizio Corallo che ne firma anche la sceneggiatura con Silvia Scola, è ricco di testimonianze e materiali d’archivio. Con Luca Argentero e Barbara Venturato
Dal 4 ottobre il film tornerà al cinema grazie al restauro in 4k realizzato da Paramount Pictures presso L’Immagine Ritrovata di Bologna, con il contributo di Luce Cinecittà e MiC
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