«Cinema in Festa» fra incrementi e travasi

Durante i giorni dell’iniziativa «Cinema in Festa» le presenze sono state circa 1,2 milioni, lievemente superiori rispetto all’edizione del settembre 2022


Durante i giorni dell’iniziativa «Cinema in Festa» le presenze sono state circa 1,2 milioni, lievemente superiori rispetto all’edizione del settembre 2022, ma più del doppio di quanto registrato negli stessi giorni sia nel 2022 che nel 2019. 

Lo dice l’analisi dei dati di affluenza nelle sale a cura di CinExpert, un progetto Cinetel curato dalle società Ergo Reasearch e Vertigo Research, che offre dati in esclusiva a CinecittàNews.

«Cinema in Festa» fa registrare un +72% rispetto al precedente intervallo giovedì-domenica, ma la movie week 23 (dove ricadono 4 giorni su 5 dell’iniziativa) è in leggera flessione, soprattutto per il freno agli ingressi del venerdì e del sabato. A differenza di quanto accaduto lo scorso settembre, l’edizione di metà Giugno di «Cinema in Festa» NON ha ristretto il ciclo di ritorno in sala, rimasto nell’intorno dei 2 mesi e mezzo, ma nella week 24 (che include il solo giovedì di CiF) scende a 2 mesi. 

Il pubblico in sala durante i giorni di «Cinema in Festa» è composto in leggera prevalenza da maschi (54%), mentre dal punto di vista anagrafico quasi la metà degli spettatori aveva meno di 25 anni (46%). Buona la risposta degli spettatori occasionali (38%), ottima la valutazione media dei film visti (8,27).  Il balance di genere del bacino degli spettatori in sala durante l’iniziativa è in linea con la media degli spettatori in sala nella prima parte del 2023. Il baricentro anagrafico è fortemente sbilanciato verso le fasce più giovani (under 25: 46% vs 34%), mentre le altre classi hanno staccato, in proporzione, meno biglietti rispetto ai primi mesi dell’anno. Un portato dell’offerta più che dell’iniziativa?

I target di consumo hanno risposto all’iniziativa «Cinema in Festa» con la stessa frequenza rispetto alla media della prima parte del 2023. Il dato è coerente con il debole impatto sul ciclo di ritorno in sala. 

Poco più del 50% di coloro che hanno acquistato un biglietto nei giorni di «Cinema in Festa» conoscevano l’iniziativa in modo preciso, mentre il 27% di essi si è recato in sala pur non sapendo degli sconti. La maggior parte dei moviegoer che non sono stati in sala durante «Cinema in Festa» aveva sentito parlare dell’iniziativa. Quasi tutti quelli che invece non ne erano a conoscenza affermano che sarebbero andati al cinema se avessero saputo degli sconti.

Rispetto alla precedente edizione di «Cinema in Festa» diminuisce la conoscenza dell’iniziativa, soprattutto nella componente qualificata (quella di coloro che riferivano di sapere dell’iniziativa in modo preciso).

I principali motivi di disinteresse per l’iniziativa sono legati allo scarso appeal dei film in programmazione, al poco tempo a disposizione e alle difficoltà organizzative. 

Oltre allo studio su “Cinema in festa”, è stata fornita anche una profilazione sul primo semestre del 2023. Il confronto delle admissions (dati Cinetel) riorganizzate per settimane cinematografiche evidenzia come il cumulativo delle prime 24 movie week (fino alla penultima di giugno inclusa) viaggi al +54% rispetto al 2022, con un vantaggio di 16 settimane. Per raggiungere lo stesso numero di ingressi, nel 2022 si è dovuti arrivare fino all’inizio di ottobre, e l’estate dell’anno in corso si prospetta ricca di uscite e promozioni. Con un mercato che cresce del 54% rispetto all’analogo periodo del 2022, il cumulato delle admissions per genere evidenzia come il segmento femminile cresca dell’80%, contro il +39% del segmento maschile, che comunque, in termini assoluti, è a quota 15,5 milioni contro i 13,7 delle donne, partite a ritmo più lento lo scorso anno ma in forte recupero.

Il contributo agli oltre 29 milioni di admissions delle prime 24 movie week (dal 5 gennaio al 21 giugno) è ascrivibile principalmente ai 35- 49enni, che crescono del +63% rispetto all’analogo periodo del 2022. Ancora più netta la crescita dei 50+, che recuperano parte del ritardo ma si fermano al 24% del totale ingressi contro il 34% della fascia dai 3 ai 24 anni (che cresce meno… ma era partita bene).

Il mercato francese vale 2,5 volte quello italiano (in termini di admissions), ed è trainato soprattutto dai 60+. In termini relativi, l’Italia è allineata quanto a contributo degli under25 e performa decisamente meglio sui 25-49enni.

Il primo semestre del 2023 fa segnare un riequilibrio fra i contributi delle diverse face d’età, con una ripresa dell’insieme degli over50 (al 23%). Gli spettatori dei film italiani hanno un baricentro anagrafico ancora più elevato.

Il pubblico delle produzioni nazionali è mediamente più adulto in entrambi i paesi, ma l’Italia mantiene una buona capacità. La mappa include i primi 50 titoli del primo semestre (per numero di admissions) e li posiziona in base alle accentuazioni per genere (maschile parte alta e femminile parte bassa) ed età (giovani a sinistra e adulti a destra). In verde i film italiani. 

La mappa popolata solo con le principali produzioni italiane del primo semestre affida solo a due titoli il dialogo con la regione sinistra della mappa, non presidiando l’origine degli assi (che sarebbe indice di una buona trasversalità), ma con un grappolo di titoli nel segmento più adulto che guadagna un buon bilanciamento nell’ingaggio di pubblico femminile e maschile.

Il posizionamento dei titoli italiani nella mappa del primo semestre 2023, messa a confronto con quella del 2022, trova la costante dei «Me contro te» nella regione sinistra, ed un grappolo di titoli decisamente più numeroso a destra, con buona capacità di ingaggio del pubblico femminile con ben 10 titoli nel quadrante in basso a destra (contro i due del primo semestre 2022). 

Andrea Guglielmino
10 Luglio 2023

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