Cinema e videogiochi per la sostenibilità ambientale

Il mondo dei videogiochi al servizio del Pianeta. Un'interessante frontiera del videogame di cui si è discusso al Rome VideoGameLab nel panel Allarme clima: è ora di salvare la Terra


Il mondo dei videogiochi al servizio del Pianeta. Un’interessante frontiera del videogame di cui si è discusso al Rome VideoGameLab nel panel Allarme clima: è ora di salvare la Terra, condotto dalla giornalista Janina Landau in Sala Fellini e visibile anche in streaming (una modalità che la pandemia ci ha insegnato a sfruttare anche per ridurre gli spostamenti e l’inquinamento). La transizione ecologica richiede consapevolezza da parte dei governi e dei cittadini, l’emergenza è ora e non abbiamo tempo da perdere. Ma la sostenibilità – nel campo del cibo, dell’energia, della mobilità – non è ancora patrimonio di tutti. Per questo è essenziale comunicare, specie con i giovani, anche attraverso gli strumenti del gaming.  

Nicola Maccanico, ad Cinecittà SpA e padrone di casa, ha affermato: “Finalmente le tematiche ambientali hanno anche rilevanza economica perché le imprese vengono valutate sulla base del loro impatto. In questo l’audiovisivo deve svolgere un ruolo di avanguardia e di indirizzo, anche per la sua natura di flessibilità e fluidità, perché ha cicli produttivi brevi e i set sono aziende temporanee. Inoltre il mondo culturale veicola messaggi sia con la presenza dei testimonial che con l’effettivo rispetto delle regole. A Cinecittà stiamo facendo auditing per capire il nostro grado di Inquinamento, intendiamo diventare uno studio a impatto zero, sia con buone pratiche che con le compensazioni. E vogliamo fornire certificazioni green alle produzioni cinematografiche”.

Davide Maria Damiani, PR and Sales Promotion Manager RePower, rappresenta una società svizzera attiva anche in Italia per la produzione di energia da fonti rinnovabili. “Essere sostenibili – dice – non significa essere dei mecenati, noi lavoriamo con le aziende per ridurre l’impatto delle attività”.

Sonia Massari della Fondazione Barilla spiega come “mangiando possiamo fare la differenza”. “Con IPSOS abbiamo condotto una ricerca nel 2019 sulla competenza in materia di clima, scoprendo che il 55% degli intervistati non considera lo sviluppo sostenibile un suo obiettivo e non conosce il rapporto tra cibo e sostenibilità”. Per comunicare con i giovani, la Fondazione collabora con il MIUR e con i docenti: “Il Covid ha portato a lavorare online e molti insegnanti hanno utilizzato la nostra chat con il Pianeta, materiale finalizzato alla formazione ibrida che ha fatto molto comodo in tempi di didattica a distanza. Anche l’educazione civica come materia obbligatoria favorisce lo studio di questi temi, per fortuna. Il ruolo degli insegnanti è decisivo”.

Lara Oliveti, ceo di Melazeta, sostiene con vigore l’approccio ludico per affrontare questi temi. “Il nostro messaggio è che le azioni del singolo vanno a impattare sugli altri. Su questo abbiamo sviluppato un gioco, che ha ricevuto qui una menzione speciale, in cui disastri ambientali e persino la pandemia sono tra le conseguenze delle azioni del giocatore”.

Selvaggia Santin racconta come la Fondazione Centro Mediterraneo Cambiamenti Climatici abbia collaborato alla creazione del videogame con il suo bagaglio scientifico, perché “la conoscenza è fondamentale per modificare i comportamenti”. Su questo interviene Maccanico: “La pandemia ci ha aiutato a comprendere che conoscenza e competenza hanno bisogno di essere centralizzati per contrastare la tendenza a diffidare dell’altro quando le sue affermazioni sono in contrasto con le nostre convinzioni. In campo ecologico, poi, l’esperienza è fondamentale. Ad esempio una macchina elettrica bisogna provarla per incontrare un nuovo modo di vivere”. Giorgio Zampetti, direttore generale Legambiente, ha sottolineato com molti festival, tra cui anche Rome VideoGameLab, si impegnino ormai per la sostenibilità. “Spetta ai governi, ora riuniti a Glasgow alla Conferenza sul clima, essere convinti fino in fondo. Le imprese sono più avanti della politica. Pensate che l’Italia continua a dare 18,5 miliardi € alle fonti fossili, mentre il 100% di fonti rinnovabili si può fare, basta volerlo”.  

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06 Novembre 2021

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