Martedì 24 marzo alle ore 10.00 il Teatro del Lido ospita il secondo appuntamento della seconda edizione di Cinema di periferie. In programma la proiezione di 9×10 novanta di Marco Bonfanti, Claudio Giovannesi, Alina Marazzi, Pietro Marcello E Sara Fgaier, Giovanni Piperno, Costanza Quatriglio, Paola Randi, Alice Rohrwacher, Roland Sejko.
Cinema di periferie è una rassegna realizzata dalla Casa dei Teatri e della Drammaturgia Contemporanea – struttura promossa dall’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica e Turismo di Roma Capitale e gestita da Zètema Progetto Cultura – dalla Direzione Generale per il Cinema del MIBACT, in collaborazione con Luce Cinecittà, Centro Sperimentale di Cinematografia, con la partecipazione di ISPRA TV, e di DocScient International Scientific Film Festival. Il suo obiettivo è promuovere la cultura cinematografica, in particolare del film di contenuto documentaristico e stimolare riflessioni e occasioni di discussione, con particolare sensibilità verso le periferie romane e un pubblico giovanile.
In programma la proiezione di film di alcuni dei più importanti autori del cinema italiano nelle sale della Casa dei Teatri e della Drammaturgia Contemporanea con particolare attenzione verso gli studenti, che saranno coinvolti in eventi realizzati appositamente per sollecitare la loro partecipazione e il loro interesse.
Nove registi per un grande archivio. Nel 2014 l’Istituto Luce ha compiuto 90 anni. Una lunga storia che ha accompagnato l’Italia attraverso il cinema, e con quel patrimonio di immagini unico al mondo che è l’Archivio Luce. Per festeggiare questo compleanno, alcuni dei più apprezzati nuovi autori del nostro cinema sono stati invitati a realizzare un piccolo film, ciascuno con 10 minuti di immagini dell’Archivio, scelte tra le migliaia di ore di filmati che esso contiene. Ne è nato un album di narrazioni diverse. I film raccontano del primo giorno di una guerra, e di invocazioni di pace; di crolli e di ricostruzioni; memorie di paesaggi e realtà (forse) perdute; miracoli, superstizioni e sogni. Si parla della condizione delle donne, di sessualità, del significato di una canzone, della Luna. Ci sono la favola e il diario, la fantastoria e la poesia, le parole di grandi scrittori accanto alle voci di persone comuni. Con personaggi reali e storici, e personaggi di pura finzione. Un quadro eterogeneo, un gioco combinatorio di incroci, contrasti, analogie. Con in comune il filo delle immagini d’Archivio. E forse non solo. Si parla e vede molto di qualcosa che si potrebbe chiamare Italia. Non un Paese storicizzato, ma l’Italia come è (o non è) oggi, vista attraverso sequenze spesso girate quando i registi non erano neppure nati. Il Paese del presente con le immagini del suo passato. Si possono fare diverse cose con un tesoro. Lo si può sotterrare, e ostentarlo, lo si può spendere o disperdere.
O ci si può disegnare una mappa. Il gioco di 9×10 novanta disegna una mappa per entrare nell’immenso tesoro dell’Archivio Luce, raccontando come esso non sia solo un imprescindibile serbatoio di conoscenza della Storia, ma di fantasie, e di cinema.
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