Soddisfazione come di rado si è vista nell’industria italiana cinema per i dati 2019, presentati stamane all’Anica. L’anno appena concluso registra una crescita del 14,35% rispetto al 2018 con 635.449.774 € e presenze in sala pari a 97.586.858 (+13,55%). In rapporto al 2017 la crescita degli incassi e delle presenze è stata invece rispettivamente pari all’8,70% e al 5,77%. Il trend positivo peraltro è di medio periodo, si tratta infatti del 5° miglior risultato dal 2010 e, con l’eccezione del 2015, del miglior dato in assoluto dal 1995, anno di inizio delle rilevazioni Cinetel. La buona notizia riguarda anche il ruolo della produzione italiana. È cresciuto rispetto allo scorso anno il box office nostrano (incluse le co-produzioni) che nel 2019 ha registrato un incasso di 134.8 milioni € (127.9mln € nel 2018; +5,39%) per una quota sul totale del 21,22% (nel 2018 era del 23,03%). Il numero di presenze della produzione italiana (incluse le co-produzioni) è invece aumentato del 5,56% (21mln nel 2019 rispetto ai 19.9mln del 2018) per una quota sul totale del 21,56%. È aumentata anche la quota del cinema statunitense con un risultato sul totale del 65,16% (era del 55,57% nel 2018) per un incasso di circa 414 milioni € (308.8 milioni nel 2018; +34,08%). Nel 2019 sono stati distribuiti in sala 495 nuovi film di prima programmazione (-34 rispetto al 2018) di cui 193 di produzione o co-produzione italiana (-18 rispetto al 2018). Oltre ai film di nuova uscita, sono stati distribuiti in sala anche 85 nuovi contenuti complementari (eventi, edizioni speciali, riedizioni; +7 rispetto al 2018). Aumenta, grazie al maggior numero di titoli con risultati superiori ai 4mln €, l’incasso medio dei titoli italiani (€ 611.858; +22,01%). Rispetto all’incasso suddiviso per mesi, il 2019 ha vinto il confronto sul 2018 per 9 mesi consecutivi su 12, da aprile sino a dicembre. I saldi positivi maggiori sono stati registrati nei mesi estivi di luglio (+108,90%) e agosto (+45,91%) e ad aprile (+41,15%). Il mese di agosto, in particolare, ha registrato il più alto incasso per il periodo dal 1995. Particolarmente brillante anche il risultato del mese di dicembre (+13,76% rispetto al 2018), il migliore dell’ultimo decennio e il 3° in assoluto del periodo, grazie anche alla performance complessiva del cinema di produzione nazionale.
Il primo incasso assoluto del 2019 è stato Il Re Leone per un box office di 37.5mln di € mentre il migliore risultato al box office da produzioni e co-produzioni nazionali è stato registrato da Il primo Natale (13.3mln; 6° posto). In questi primi giorni del 2020 c’è già una crescita di 24 milioni di incassi rispetto allo scorso anno, grazie principalmente a Tolo Tolo di Checco Zalone. “Ma non va dato per scontato che in totale nel 2020 si supereranno i dati del 2019, ci sono ancora varie incognite”, avverte il presidente della sezione distributori dell’Anica Luigi Lonigro. “I numeri positivi dell’anno scorso ci fanno uscire da un triennio orribile – aggiunge – Nel 2019 siamo riusciti anche a superare i dati al botteghino della Spagna, un risultato che sembrava impossibile, ottenuto grazie a un’estate straordinaria che ci ha rimesso in linea con gli altri Paesi europei”.
Per Francesco Rutelli, presidente Anica, il risultato del 2019 testimonia “il pieno ritrovato feeling con il grande pubblico nelle sale basato sia sulla qualità del prodotto sia sulla coesione della filiera, dal momento ideativo allo sfruttamento economico. Con circa 100 milioni di biglietti venduti il cinema supera qualunque altra forma di entertainment. La sala è integrata con le nuove modalità di fruizione, streaming, piattaforme, etc”.
Altro aspetto sottolineato da tutti gli interventi, l’importanza di una normativa funzionante grazie alla Legge Franceschini. Chiamato più volte in causa il DG Cinema Mario Turetta si dice soddisfatto dei dati. “Il 2019 è stato un anno di svolta grazie alla fusione delle associazioni degli esercenti, e al lavoro comune della filiera. Moviement è un progetto triennale che il ministero continuerà a sostenere non solo con il fondo dedicato ma anche con la premialità agli esercenti legata alle giornate di programmazione. La nuova Legge – prosegue Turetta – ha rappresentato una rivoluzione copernicana. Ora stiamo lavorando a modifiche sul tax credit per la produzione”.
Davide Novelli, presidente Cinetel, insiste sulla diversificazione del prodotto: “In testa agli incassi ci sono film molto diversi fra loro che parlano a pubblici diversi: gli americani Il Re Leone, Joker e Avengers: Endgame e gli italiani Il primo Natale, Pinocchio e 10 giorni senza mamma“. Il mercato – prosegue Novelli – dopo una partenza difficile nei primi tre mesi del 2019, ha risposto da aprile ad agosto. Dicembre è stato il terzo dicembre di tutti i tempi. E’ diminuito il numero dei film distribuiti e la selezione ha permesso di aumentare l’incasso medio, che cresce del 22% per gli italiani, da segnalare anche il ritorno di una fascia media di prodotto. Tra i titoli apprezzati dal pubblico Ma cosa ci dice il cervello, Il traditore, Il signor Diavolo, Martin Eden, L’immortale, La dea Fortuna. Ma funzionano anche le sperimentazioni, dalla serie The New Pope proposta prima su Sky e poi in poche sale di tre città, fino agli eventi.
Per Mario Lorini, presidente Anec, tra gli elementi propulsori del risultato ci sono senz’altro le 600 monosala. “sono quelle che sono cresciute di più anche con la multiprogrammazione e ancora di più si può fare con interventi di qualificazione e ammodernamento”. Aggiunge Lonigro: “Guardavamo solo ai multiplex, ma si è riaffermato il cityplex di qualità che ha visto gli incassi moltiplicarsi”. Francesca Cima, presidente dei produttori Anica, i dati “incoraggiano i produttori a proseguire sulla strada intrapresa, diversificare l’offerta, anche per il Natale”. Questo è stato il primo anno senza un vero e proprio cinepanettone. “Anche un film come Martin Eden, che qualche anno fa avrebbe faticato, è stato apprezzato, perché il pubblico vuole essere sorpreso. Occorre anche puntare sui progetti integrati, come Moviement, che ha dato un’immagine forte del cinema italiano a livello di comunicazione. Per il futuro, i nuovi direttori Rai potrebbero contribuire a valorizzare il cinema italiano”. Cima sottolinea la ritrovata piena occupazione del settore: “C’ bisogno di nuovi registi e sceneggiatori, da formare nelle scuole. La crescita è a livello giovanile e femminile”.
Sui contenuti alternativi è ancora Lonigro a intervenire: “I film d’arte, il documentario su Chiara Ferragni o quelli sugli YouTubers portano nuovo pubblico. E’ un modo diverso di fare cinema che per ora riguarda una piccola percentuale, l’1,5% del mercato, ma è in crescita e porta ulteriori sviluppi”.
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