Cinecittà accompagna il Noir in Festival 2022, uno dei più attesi appuntamenti sul cinema di genere, giallo, thriller, mistery. Lo fa con “CinecittàNews”, il quotidiano online di cinema italiano e internazionale edito da Cinecittà SpA, che seguirà il festival per tutta la sua durata, dal 3 all’8 dicembre, con una media partner che prevede servizi dedicati, interviste, video esclusivi e uno speciale da seguire su news.cinecitta.com.
Da quest’anno la redazione di “CinecittàNews” assegnerà una Menzione Speciale a uno dei film finalisti del Premio Caligari. Una segnalazione dei giornalisti del sito, in un premio divenuto piuttosto speciale per registi e produzioni.
E tornano, appuntamento richiestissimo dai frequentatori del Festival, le pillole noir dell’Archivio Luce: brevi film selezionati e montati ad hoc con le immagini dell’immenso Archivio Storico Luce, per la cura di Nathalie Giacobino e il montaggio di Patrizia Penzo, che accompagnano alcune delle proiezioni. Le pillole, dopo la proiezione, saranno visibili sul sito dell’Archivio Luce (archivioluce.com) e su quello di CinecittàNews.
Tema della selezione delle 4 pillole di questa edizione, connaturato alla Storia del genere noir, la “falsificazione”. Il titolo di queste chicche filmate, Vero come la finzione, echeggia un mondo dove il confine tra fake e reale è labile, misterioso e tutto da indagare. L’Archivio restituisce storie fulminanti di autentici e sorprendenti falsi storici: il ritrovamento nel 1959 in un lago austriaco di un tesoro di milioni di sterline false, stampate dai nazisti durante la guerra, per alterare il mercato e la valuta degli inglesi; le casse restituite dalle rive dell’Arno il giorno del pesce d’aprile 1955, contenenti addirittura il mai visto manoscritto della Divina Commedia, nella grafia originale di Dante Alighieri (con tanto di fazzoletto ricamato con le iniziali della consorte Gemma Donati); e ancora, in piena ondata spaziale, nel 1972, le parole di un edicolante milanese in contatto diretto con gli extraterrestri; e i falsi di Sironi, Rosai, Casorati mandati letteralmente al rogo dal grande collezionista d’arte Gian Ferrari.
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