Una celebrazione internazionale, degna di un profilo che non si disegna solo dentro i confini del cinema italiano, seppur abbia contribuito a scriverne la Storia: Claudia Cardinale è la punta di diamante di una celebrazione che fa la sua prima tappa a Roma – stamattina al Cinema Barberini –, in procinto di atterrare al MoMA di New York, dal 3 al 21 febbraio.
“Sono felice di tornare a Roma e abbracciare amici che non vedo da tempo – dichiara Cardinale -, Cinecittà mi ha dedicato uno splendido omaggio: sentire che sono ancora nei pensieri degli spettatori di tutto il mondo, tanto da riservarmi una giornata magica, anticipando la meravigliosa iniziativa che mi ha organizzato al MoMA di New York, mi emoziona e mi dona gioia e energia. Non c’è un film preferito, tra i tantissimi che ho girato, sarebbe come scegliere tra i propri figli, ma di certo La Ragazza di Bube rappresenta in maniera evidente quel lato ‘indomabile’ del mio carattere a cui ho sempre voluto dare ascolto e che mi ha permesso di vivere emozioni grandissime. Il mio prossimo progetto, condiviso con i miei figli Claudia e Patrick, è una Fondazione a mio nome e aprire la nostra casa ad artisti provenienti da tutto il mondo”.
Il cinema romano ha ospitato la presentazione de L’indomabile (leggi articolo), in un incontro moderato da Laura Delli Colli, presidente del SNGCI: il volume, curato dalla figlia dell’attrice, Claudia Squitieri, debutta in anteprima nella Capitale.
Dunque, “un parterre di donne per una grande donna”: così Delli Colli sceglie efficacemente di introdurre l’incontro, passando la parola a Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà, orgogliosa soprattutto dei restauri – dal negativo in 4K -, “una missione prioritaria perché abbiamo un dipartimento dedicato che lavora in modo eccellente. Il restauro si inserisce nel quadro delle fondamentali competenze di Cinecittà, ovvero la preservazione del patrimonio filmico nazionale. Questa attività, nella quale Cinecittà è stata pioniera, è fondamentale affinché i grandi capolavori del passato possano continuare a formare generazioni di spettatori e di professionisti. Cinecittà ha già preservato integralmente le matrici di tutti i film di Pier Paolo Pasolini, che ancora oggi vengono utilizzate per celebrarlo in tutto il mondo, ma ha anche restaurato molti altri titoli fondamentali, fra questi La Strada e 8 ½ di Federico Fellini, La Famiglia di Ettore Scola, La tregua di Francesco Rosi, Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore, Profondo Rosso di Dario Argento e l’opera omnia di Bernardo Bertolucci, oltre a L’Udienza di Marco Ferreri e Atto di dolore di Pasquale Squitieri.” I restauri, riflette Sbarigia, “spesso avvengono correlati alle ricorrenze, mentre cercheremo sempre più di fare un discorso ancor più organico”. In particolare, La ragazza di Bube, L’Udienza e Atto di dolore: “sono tre film che rappresentano dei passaggi concettuali per il cinema”. Mentre “La rassegna* di New York fa parte di un accordo ormai ventennale con il MoMA, un rapporto reciprocamente molto soddisfacente, una missione per valorizzazione il cinema classico”.
Per Joshua Siegel, curator del Department of Film – The Museum of Modern Art, New York, che attende “l’arrivo di Cardinale a NYC”: “Celebrare un’attrice vivente è un omaggio straordinario che il MoMA ha dedicato a pochissimi eletti, di cui Claudia Cardinale è una splendida rappresentante. La sua bravura sorpassa, se possibile, la sua indiscussa bellezza. È stata ricercata dai registi di tutto il mondo per le sfumature che ha saputo infondere nei suoi personaggi, e noi oggi siamo entusiasti di ammirarla nei suoi lavori italiani e internazionali, che daranno al nostro pubblico la possibilità di ritrovarla o scoprirla per la prima volta, grazie alla collaborazione con Cinecittà che, ogni anno, ci consente di proporre il meglio della produzione culturale italiana, in versioni restaurate magnificamente”.
“Cinecittà, in particolare Paola Ruggiero e Camilla Cormanni”, dice subito Claudia Squitieri tenendo a ringraziare apertamente: “mi ha dato l’occasione di rendere omaggio a mia madre, un lavoro a tantissimi livelli: c’è una parte intima ma anche quella della spettatrice, cosa che sono sempre, e che mi ha permesso di capire meglio lei. Il concetto dell’indomabilità è stato un intuito, che ha connesso tutto ai racconti della mamma di quando era in Tunisia, con mia nonna Jolanda e nonno Francesco: lì accadde la coincidenza temporale per cui il cinema ‘chiamò’ mamma nel momento in cui ci fu la liberazione e quindi bisognava andarsene, ma noi portiamo sempre nel cuore quella terra, in cui lei era già una donna abbastanza libera e indipendente. Mamma oggi è ancora indomabile e io sono figlia di un incontro tra indomabili. L’interrogativo – per il libro – era capire questa indomabilità, che non si può spegnere nell’animo umano: attraverso i ruoli, i registi avvertivano questa sua parte e la chiamavano a esprimere il profilo selvaggio”. Una riflessione che la porta anche a suo padre, Pasquale Squitieri, di cui condivide con la platea un ricordo intimo degli ultimi momenti in vita, quando lui le disse: “Dì a Claudia che noi veniamo dal Sud“, un “Sud che per lui era scioltezza, senso di libertà, il modo di mamma di essere stata adattabile alla vita, sempre sul vento caldo. Questa era la loro comune radice ”.
Claudia Squitieri, inoltre, parlando della Fondazione Claudia Cardinale, ricorda: “Mamma ha sempre difeso i diritti degli omosessuali, è contro la pena di morte, ha prestato la sua immagine di attrice per sensibilizzare anche i diritti delle donne e delle bambine. Più tardi è subentrata anche l’attenzione all’ecologia. Così è nata spontanea questa Associazione, diretta a continuare le sue battaglie: un modo, attraverso l’arte, per continuare a contribuire a grandi tematiche”.
L’incontro al Cinema Barberini s’è certamente centrato sul racconto di Squitieri, ospitando in sala anche una delle autrici dei contribuiti del volume, Caterina D’Amico: “L’intelligenza e l’intuito di Claudia Squitieri ci ha conquistati (usando il plurale per riferirsi anche ai suoi fratelli, Silvia e Masolino, anche loro autori nel libro, ndr): lei aveva capito tutto della Claudia che esisteva prima di lei, questo ci ha convinti. Questa indomabilità, in Claudia Cardinale si è sempre manifestata in modo quieto, elegante, disciplinato: da giovanissima si presentava amabile, sembrava accondiscendente, ma non lo era affatto, e questa era la particolarità. Era studiosa, concreata, magnificamente obbediente, ma poi faceva solo quello che voleva lei. Sembrava… si potesse governare, e invece no: la sua eleganza si fermava laddove lei decideva si dovesse fermare, non consegnava la sua personalità e il suo destino se non a se stessa”.
Il restauro dell’opera di Comencini, la cui visione ha concluso l’incontro, si mostra capace di restituire al pubblico una versione del film tornata a splendere nell’elegante bianco e nero della fotografia di Gianni Di Venanzo, con una Cardinale dalla voce graffiante, in un ruolo che le valse il suo primo importante riconoscimento, il Nastro d’Argento come Migliore Attrice, confermando sin da allora la sua singolare capacità di trasferire a ogni personaggio i tratti forti di una personalità “indomabile”, che è stata filo conduttore delle sue scelte artistiche e personali. La proiezione, in anteprima mondiale, ha avuto come prologo artistico un’altra opera, un’installazione, Un cardinale donna, di Manuel Perrone, protagonista la stessa attrice.
*La rassegna è composta di 20 titoli filmici, tra cui altri due importanti restauri realizzati da Cinecittà: https://www.moma.org/calendar/film/5550; è curata da Paola Ruggiero e Camilla Cormanni, per Cinecittà, e da Joshua Siegel, curator del Department of Film – The Museum of Modern Art, New York. Per l’occasione Cinecittà ed Electa hanno editato il sopracitato volume Claudia Cardinale. L’indomabile, a cura di Claudia Squitieri con testi di Giorgio Armani, Barbara Corsi, Caterina d’Amico, Masolino d’Amico, Silvia d’Amico Bendicò, René de Ceccatty, Jean A. Gili, Julia Guillon, Cristina Jandelli, Sergio Toffetti, corredato da immagini rare selezionate da vari archivi (Archivio Luce, Archivio del Museo del Cinema di Torino, Reporters Associati & Archivi).
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