La IX edizione del festival Italy on Screen Today New York, creato e diretto da Loredana Commonara, ha chiuso i battenti registrando come ogni anno il tutto esaurito negli eventi dal vivo a Manhattan. Ieri, 10 dicembre, l’ultimo appuntamento, un evento speciale per celebrare i 500 anni del viaggio di Giovanni da Verrazzano, con la proiezione di Giovanni da Verrazzano: Navigatore e Gentiluomo, documentario di Luigi Giovanni Cappellini, proprietario del Castello di Verrazzano e presidente della Fondazione, sull’esploratore a cui è stato intitolato il ponte che collega Brooklyn e Staten Island.
“Rispetto agli altri navigatori dell’epoca, Giovanni da Verrazzano ha attraversato gli oceani con lo spirito dell’esploratore, non del conquistatore. Dalle sue lettere a Francesco I di Francia si può chiaramente capire come vedere i nativi americani incontrati come pari, intriso del più profondo umanesimo. Nelle terre visitate vedeva nuove possibilità economiche legate alla coltivazione e alo scambio, non semplici torsi da depredare al fine di arricchirsi. Era uno spirito moderno, forse anche troppo avanti rispetto ai tempo in cui ha vissuto£”, dice Cappellini
Tra gli appuntamenti principali, il 5 dicembre si è tenuta alla Casa Italiana Zerilli Marimò-NewYork University, l’anteprima internazionale della miniserie Leopardi: Il Poeta dell’Infinito, diretta da Sergio Rubini. La serie Rai, già applaudita alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è approdata a Manhattan come parte integrante del festival. L’attore protagonista, Leonardo Maltese, ha presentato i due episodi dialogando con il professor Stefano Albertini e ha ricevuto dal Console Generale Fabrizio Di Michele il prestigioso Wind of Europe International Award. Maltese, acclamato dalla critica italiana e internazionale, è noto per le sue straordinarie interpretazioni in Rapito di Marco Bellocchio e Il Signore delle Formiche di Gianni Amelio.
“Tutti coloro che scelgono di fare l’attore vogliono affrontare la sfida di ruoli importanti, complicati, e avere la possibilità di lavorare con registi che hanno fatto la storia del cinema italiano. Sono stato molto fortunato perché Sergio Rubini, il regista della serie, è anche un attore straordinario. Quindi abbiamo parlato la stessa lingua, lavorando in modo molto teatrale: abbiamo fatto alcuni mesi di prove prima solo io e Sergio, poi col resto del cast. Tutti abbiamo creato una vera e propria sinergia. In alcune lettere, Giacomo scriveva: “ ho bisogno di gloria, non ho bisogno di soldi, voglio l’amore, è tutto ciò di cui ho bisogno.” Sono stato molto felice di poter interpretare questo tipo di personaggio positivo, delicato e fragile, in linea con l’idea che ne aveva anche Sergio. È molto interessante il fatto che nel suo libro principale, lo “Zibaldone”, a volte dica qualcosa che poi qualche capitolo successivo viene completamente smentito. Esattamente esattamente quello che facciamo nella vita. Quello che pensavo a 22 anni non è lo stesso che penso ora a 27 anni. Non possiamo vedere Leopardi come un personaggio monodimensionale, ma enorme e complesso.”, ha commentato Maltese
il festival ha presentato altre due serie TV: Marconi: L’Uomo che ha Connesso il Mondo di Lucio Pellegrini, e Il Clandestino di Rolando Ravello
“Alcuni dipinti sono stati la maggiore ispirazione per questo film. Il mio modo di girare vuole riflettere il rispetto per il realismo lavorando con persone reali, con la gente vera, capace di andare alla fonte dei personaggi. In Vermiglio ci sono alcuni professionisti, ma la maggior parte degli attori sono autentici nel loro modo di muoversi, di parlare, vanno veramente a lavoro come succede nel film. Volevo tornare alle radici e rispettarle, facendole mescolare con i professionisti che dovevano imparare il modo di vivere, soltanto di quel paese. Cerco sempre di guardare alla natura umana perché è così interessante, così complicata, hai molto da raccontare. Ho raccontato un periodo in cui tutto era più profondo, forse anche più strano. Un microcosmo in cui devi scegliere se mandare i bambini a studiare oppure no. È davvero un mondo complicato, ognuno cerca di seguire il proprio istinto e i propri desideri. Un mondo fatto di necessità, ma in cui allo stesso tempo i personaggi hanno desideri, magari non detti né permessi.”, è la dichiarazione di Maura Delpero.
Ancora alla Casa Italiana Zerilli-Marimò si è tenuta l’anteprima americana di Shakespeare Re di Napoli, trasposizione cinematografica dell’opera teatrale sceneggiata e diretta dal drammaturgo Ruggero Cappuccio, affiancato da Nadia Baldi. Al termine della proiezione, l’attore Jacopo Rampini parteciperà a una conversazione finale, moderata dal professor Stefano Albertini.
“Quello che unisce l’universo Napoletano a quello di Shakespeare è la poeticità del linguaggio, che Ruggero Cappuccio è riuscito a trasmettere nel testo di Shakespeare Re di Napoli tratto dall’omonima opera teatrale”, ha detto Rampini.
“Il nostro Festival dedicato alla promozione del cinema e dellaudiovisivo italiano a New York, anche nella sua IX edizione, è stato un grande successo, unendo il meglio del cinema e della cultura italiana con un pubblico entusiasta e internazionale. Il nostro obiettivo, grazie alla qualità delle proiezioni e agli incontri ispiratori, è stato quello di rafforzare il legame culturale tra Italia e Stati Uniti. Ancora una volta, abbiamo avuto la conferma che il pubblico newyorchese ama il cinema italiano e apprezza sempre più anche le nostre serie TV. Un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno reso possibile questo evento!” ha chiuso Loredana Commonara.
La gestione progettuale della rassegna, in programma dal 3 all'8 giugno 2025, è affidata ad Annarita Borelli
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