BERLINO – Una parabola sorprendente, quella di Stephen Elliot, nato sex worker, diventato romanziere piccante e oggi regista esordiente con Cherry. Uno che ha iniziato a lavorare a venti anni nei locali hard, ha esplorato tutte le frontiere del porno, ha scritto libri sulle sue esperienza e ora sale agli onori della Berlinale, il festival di cinema più impegnato e “serioso”. Il suo padrino, in questa operazione cinematografica è James Franco, che però non ha accompagnato la sua creatura in Germania.
“Lavoravo per uno dei piu grandi porn-studio del mondo a San Francisco ha raccontato Elliot – Ho scritto dei romanzi e James Franco ne ha opzionato uno chiedendomi di scriverne la sceneggiatura. Mi sono divertiro da morire. Ho scritto sette libri sull’argomento e ormai ero stufo del formato, mentre la sceneggiatura cinematografica per me era una sfida completamente nuova”.
E così è arrivato Cherry, l’avventura di una ragazza bella, sexy e ambiziosa interpretata dalla semisconosciuta Ashley Hinshaw in un grande porn studio di San Francisco, divisa tra la sua libertà mentale (e fisica) e lo sguardo severo degli altri. Il suo posto di lavoro si presenta come la sede di una multinazionale, con tanto di compunti colloqui nell’ufficio risorse umane, dove Angelina nome d’arte Cherry, appunto entra in punta di piedi. Prima accetta di lasciarsi filmare solo mentre si masturba, poi di interagire con le donne, infine con gli uomini. James Franco si ritaglia nel film il ruolo di un avvocato cocainomane che tenta di costruire una relazione con Cherry nonostante il suo lavoro, mentre Heather Graham è la producer lesbica che, da dietro la macchina da presa, guida le performance dei suoi attori. E’ lei la protagonista di una delle scene più esplicite e pruriginose del film, quella di un amplesso saffico piuttosto impetuoso con la sua compagna.
Si racconta un mondo tabù in Cherry, ma senza condanne nè giudizi, anzi. La morale della favola vuole essere il più progressista possibile: “Ci sono tante storie che parlano di donne nel mondo del porno che finiscono tragicamente ha chiarito Elliot è stato fin troppo raccontato. Oppure ci sono storie di donne che escono dal porno per trovare finalmente la felicità; noi invece volevamo una storia nuova, di una donna che trovasse la felicità proprio nel mondo del porno”. Una donna che si spoglia e si concede con estrema facilità, una ragazza acqua e sapone che in un attimo diventa spicy hot: “Il mio agente mi ha chiesto se ero pazza ha raccontato l’attrice – Ma cosa può chiedere di più un’attrice? In questo film c’è un mondo da esplorare, un’esperienza da fare”.
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