La crisi e le prospettive degli studi di Cinecittà e la riforma della Rai, sono stati alcuni dei temi centrali affrontati dagli Stati Generali della Cultura promossi nella Capitale dalla Cgil-Sindacato lavoratori comunicazione Nazionale e di Roma-Lazio, alla Casa del Cinema. Fin dalle prime battute dell’iniziativa la crisi degli gli studi di via Tuscolana, presenti alcuni lavoratori, ha tenuto banco con l’intervento di un esponente sindacale dell’azienda che elenca sia i licenziamenti messi in atto da Deluxe Italia, sia i contratti di solidarietà attualmente in vigore. La richiesta è che il patrimonio pubblico di studi cinematografici, dato in affitto ai privati, in mancanza di un piano industriale credibile di rilancio, torni a essere gestito dallo Stato.
Roberto Cicutto, presidente e AD di Luce Cinecittà, ricorda che una soluzione, purtroppo non ancora operativa, è il coinvolgimento della Rai, in fase produttiva, nell’utilizzo degli Studios. Strutture che peraltro tornano appetibili per le produzioni grazie al tax credit e all’impegno della Roma Lazio Film Commission. La scelta poi del ministro Franceschini di dare vita, dentro Cinecittà, a un Museo dell’audiovisivo si sposa con l’idea di un laboratorio permanente dei mestieri da realizzare insieme al Centro sperimentale, “una sorta di Erasmus del cinema”.
Infine Cicutto ricorda che è stata avanzata la candidatura di Roma città creativa UNESCO per il cinema.
“Perdere un patrimonio di strutture e professionalità come quello di Cinecittà è un reato – afferma Riccardo Tozzi, presidente Anica – il progetto di trasferire le produzioni Rai negli studios di via Tuscolana deve andare avanti. Così come la riforma della Rai è il punto di svolta della produzione audiovisiva”. Tozzi guarda con favore alla creazione di tre reti – generalista, d’innovazione, culturale – che consentirebbe di diversificare l’offerta e la produzione. L’obiettivo è quello di un’azienda con finalità di servizio pubblico gestita in modo manageriale. La Rai potrebbe così essere il grande motore di prodotti culturali, svolgendo un ruolo formativo. Del resto per Tozzi “i media vanno messi al servizio dei contenuti e non viceversa, così da favorire gli investimenti“.
Una nota positiva viene ricordata da Luca Milano, vice direttore di Rai Fiction, che sottolinea l’impegno della rete pubblica nel disincentivare la delocalizzazione delle produzioni tv: “Nel 2012 il 30 per cento di 99 prime serate di fiction erano state realizzate all’estero; nel 2015 su 125 prime serate solo 4 o 5”. Anche Alberto Manzini, segretario Cgil-Slc Roma e Lazio, è convinto che la Rai debba intervenire nell’utilizzo degli Studios, perché la soluzione non sta nella produzione americana di 007 che sceglie la capitale come location. “Occorre una cabina di regia stabile nel Lazio per porre così rimedio alla disattenzione della istituzioni sulla ripresa di un asset così importante quale gli studi di via Tuscolana”.
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