Certi bambini

A Napoli, alla fine degli anni ’80, il 3% dei bambini di 11 anni aveva smesso di andare a scuola, lì si concentrava il 50% della dispersione scolastica in Italia. Oggi chi lascia lo fa dopo la scuola media, mentre l’età del primo omicidio è passata da 11 a 15/16 anni, ma il fenomeno dei baby killer è lungi dall’essere debellato.
Sono dati che scuotono e che fanno da sfondo a Certi bambini, il nuovo film di Andrea e Antonio Frazzi (Il cielo cade). Ispirato al romanzo dell’ex penalista Diego De Silva, prodotto dalla Pequod di Rosario Rinaldo con il contributo del ministero, scritto da De Silva con Marcello Fois e Ferdinando Vicentini Orgnani, il film racconta la storia di un orfano che vive la sua infanzia interrotta tra la partitella di pallone, le violenze, i furti. E’ proprio tra questi bambini che la camorra arruola le nuove leve, mentre le comunità e i volontari tentano il recupero. Tra questi il progetto Chance, insegnanti di strada che operano tra i cosiddetti drop out. “La morte incombe su questi ragazzi. Tra i loro fantasmi c’è il sesso violento, l’idea che quelli che uccidono siano onnipotenti, un’immagine di virilità dominata dal maschilismo, l’incomprensione totale degli adulti”, racconta Cesare Moreno, maestro e fondatore di Chance, mentre i Frazzi rivendicano l’impegno del film che “rifiuta un’Italia dove tutto sembra edulcorato per raccontare qualcosa di diverso”.
Certi bambini, unico italiano in concorso a Karlovy Vary, uscirà in una cinquantina di copie dal 14 maggio con Mikado e sarà anche in versione dvd con i video prodotti da Chance come extra. “Ma non volevamo fare un docu-drama, piuttosto il nostro filo conduttore è il neorealismo”, chiarisce Andrea Frazzi. Scovato dopo un migliaio di provini, il giovane protagonista Gianluca Di Gennaro si è preparato con uno stage di venti giorni. “Volevamo che avesse lo sguardo di un bambino ma che fosse credibile con la pistola in mano”, spiega Antonio Frazzi.