Toni D’Angelo per il suo terzo film di finzione, Falchi, si sperimenta con il genere poliziesco d’azione, con un crime movie ambientato in una Napoli notturna e poco riconoscibile, soprattutto metropolitana. Il film, nelle sale il 2 marzo distribuito da Koch Media, racconta la storia di due poliziotti della squadra mobile di Napoli.
Fortunato Cerlino, dopo lo spietato boss don Savastano delle serie tv Gomorra, è Peppe; Michele Riondino, dopo Il giovane Montalbano, è Francesco. Entrambi fanno parte della sezione Falchi, poliziotti in borghese che, in sella alla moto, si muovono agili tra i vicoli di Napoli per combattere la criminalità di strada.
Nella realtà questa sezione speciale nasce a Napoli nel 1974 per combattere il dilagante fenomeno dei furti e scippi in strada e dopo il successo registrato viene replicata in altre città italiane. I Falchi sono giovani e decisi, non dei semplici poliziotti da scrivania, sempre in borghese, talvolta utilizzando alcuni segni distintivi: occhiali da sole, o giacca di pelle per riuscire a riconoscersi tra loro.
Il contatto diretto con il crimine condiziona in modo determinante le vite private dei Falchi Peppe e Francesco che lavorano sempre in coppia. Peppe vive solitario sulla costa napoletana, fuori servizio si dedica all’addestramento di cani da combattimento per le scommesse clandestine ed è logorato dal rimorso per questa attività illecita.
Francesco, dopo un tragico evento, soffre di attacchi di panico e tenta di curare i suoi disturbi con l’abuso di psicofarmaci e droghe. Esistenze segnate dalla solitudine, sospese tra legalità e illegalità, legate tra loro da una forte amicizia che gli eventi metteranno a dura prova.
Tra spericolati inseguimenti, azioni fulminee, e la tragica vicenda del loro ambiguo capo della polizia (Pippo Delbono), i due agenti si trovano all’improvviso ad affrontare lo scontro finale con una potente e spietata organizzazione criminale cinese. Nella sfida mortale oltre che sul loro coraggio, potranno contare sulla vicinanza di due donne sensibili: Mei /Xiaoya Ma e Arianna/Stefania Sandrelli. Nel cast anche Aniello Arena nella parte di un ispettore di polizia e Salvatore Striano in quella di un latitante.
“Falchi vuole essere una storia universale narrata con il pathos dei grandi classici della tragedia greca. Ed è da questo flusso d’emozioni che ho attinto i grandi temi dell’amore, dell’amicizia e del tradimento facendoli confluire nel genere melodramma” spiega il regista. D’Angelo rivela di essersi ispirato al filone cinematografico Hong Kong degli anni ’90 “con i suoi melò, polizieschi e noir raccontati da grandi registi”.
Nonostante le radici culturali e familiari del regista affondino nella città partenopea in cui si svolge la vicenda, tuttavia “Napoli è un luogo che può essere tanto rappresentativo quanto generico, universale appunto. Ed è per questo che ho voluto rendere la città un non luogo. Evitando di conferire una geografia precisa. L’unico elemento riconoscibile all’interno di un contesto di napoletanità è quello della musica”.
Il film prodotto da Gianluca Curti e Gaetano Di Vaio, con le musiche originali di Nino D’Angelo, padre del regista, ha aperto di recente al Teatro Cinese la sezione dedicata al nuovo cinema partenopeo dalla 12ma edizione di Los Angeles Italia – Film, Fashion and Art Fest.
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