“Nasce da un soggetto di Stefano Sardo, con l’idea di una commistione tra un mondo fantastico – quello delle Coscienze – e una commedia romantica contemporanea. L’idea era che il personaggio di 8 (Francesco Scianna) – la miglior coscienza d’Italia – potesse far cose per cui comprendere che a volte sia meglio vivere che giudicare. Spero che lo spettatore possa capire che a volte sia giusto inciampare, per una direzione migliore”, dice Davide Minnella di Cattiva Coscienza, sua opera seconda (Ci vorrebbe un miracolo, 2014), in anteprima assoluta al Taormina Film Festival e dal 19 luglio al cinema.
Oltre a Scianna, in scena anche Filippo Scicchitano (Filippo), Matilde Gioli (Valentina), il vecchietto interpretato magistralmente da Alessandro Benvenuti, le Coscienze a cui danno vita Caterina Guzzanti e Giovanni Esposito, e Drusilla Foer, eterea figura quasi ectoplasmica, presidente delle Coscienze del Mondo Altro.
Per Stefano Sardo – cosceneggiatore con Teresa Gelli e Giordana Mari – “fare una commedia fantastica oggi in Italia è cosa non facile”. Rispetto all’idea della storia, spiega: “passi la vita a cercare di avere dei valori e il nostro Paese ti fa sentire un po’ stupido nel rigare dritto, quindi è stato anche un atto un po’ liberatorio. Ci è sembrata una sfida. Penso che ‘la lezione’ del film sia cercare di vivere il momento e perdonarsi, senza giudicarsi troppo”.
Le Coscienze – che sulla scena vivono uno spazio algido, il loro quartier generale è il Mondo Altro appunto, restando in contatto con i propri Protetti attraverso un microfono e un paio di cuffie, osservandoli da uno monitor – scopriamo dal racconto siano stati “esseri umani scartati”, a cui però viene dato “il potere” di influenzare le vite di altri esseri umani, scelta su cui Sardo ammette: “Ci siamo interrogati molto; noi ci sentiamo tutti esseri umani un po’ difettosi: è interessante il punto di vista della saggia Presidente, che dice ‘noi siamo coscienze difettose, perché voi siete coraggiosi’” riferendosi agli esseri umani che nella consapevolezza di essere mortali si mettono in gioco.
“La coscienza di un uomo è il suo bene più prezioso”, con queste parole comincia il film, un monito del personaggio di Drusilla, scopriremo presto, che ricorda anche alle altre Coscienze come il loro motto sia: “Il destino non esiste, esiste solo la volontà”, per questo chiama alcune Coscienze a frequentare un corso di recupero tenuto dalla migliore di loro, 8 appunto, la coscienza di Filippo, giovane avvocato prossimo al matrimonio con Luisa (Beatrice Grannò), da rocker quale era quando lei s’era innamorata di lui a avvocatino ingessato nell’abito grigio e nello studio del papà (Gianfranco Gallo) di lei.
Un conto alla rovescia di pochi giorni quello verso il “sì, per sempre” e l’occasione di una serata di addio al celibato per lui, così un bravo ragazzo che riesce a convincere “una escort da 1000 ero a sera” – regalo degli amici – a tornare all’università, senza nemmeno “scartare il dono”. Ma quella sera, quel destino che sembra non esistere, per Filippo pare proprio particolare: un cellulare perso e un incontro imprevisto, con Valentina (Matilde Gioli), disperata da un amore finito male, per questo rifugiata nella ricerca del facile diversivo di uno shottino dietro l’altro. 8, la Coscienza di Filippo si distrae e… poche ore più tardi lo sentiamo parlare di rinascita e scandire le parole definitive: “non mi voglio più sposare”.
Da qui una sequenza a effetto domino che comincia con la decisione di 8 di scendere nel mondo umano (dove approda nel mitico cantiere della Metro C di Roma), nonostante sia vietatissimo dal Mondo Altro uscire dallo stesso, ma la necessità di voler far fare a Filippo “la cosa giusta” lo spinge a oltrepassare il limite, forse soprattutto con se stesso.
Per Scianna, il suo 8: “Non è solo una Coscienza perfettina ma rigida, che ritiene che la chiave del successo sia fare la cosa giusta, usando anche un po’ di ‘violenza’ rispetto al Protetto sulla terra. Ma i primi germi di dubbio nascono quando sente che questo modo stia portando infelicità. Il personaggio mi ha donato l’aprirsi al mistero e alla magia della vita: era un invito a me, Francesco, a non dar per scontato niente, qualcosa che di solito facciamo per paura. Relazionarsi con lo sguardo limpido è stata una rivelazione; questa cosa mi ha dato un dono nella vita, straordinario. Nella vita ci vuole coraggio per vivere pienamente. Il percorso del personaggio è un completamento: l’amore è un completamento della propria essenza”. Minnella specifica di aver “lavorato tantissimo sul tono del film e ho ‘torturato’ gli attori sulla questione: il mio obiettivo era di non caricare troppo, per credere nella messa in scena. Doveva essere lo spettatore a sorridere delle azioni dei personaggi, non gli attori della parte. La differenza sta poi nell’arte del montaggio, per calibrare la messa in scena”.
Per Filippo Scicchitano, “Filippo è imprigionato a causa dell’ambizione, ma evidentemente lo rende infelice. Si interroga sul modello imposto, dalla Coscienza. Divertente è stato il cortocircuito con 8, per esplorare altri mondi con l’Incoscienza. Se si fa un buon uso della rivoluzione incosciente può essere qualcosa di positivo. È stata un’esperienza profonda, non c’era la solita sensazione di vuoto, a fine riprese”.
La Valentina di Gioli è un personaggio dall’apparenza disordinata e poco affidabile, che si scopre invece dall’animo sensibile e amorevole verso il prossimo, per cui la sequenza tutta con il personaggio di Alessandro Benvenuti la rivela davvero per quello che lei sia davvero, nella sua bellezza di essere umano: “Il mio personaggio e il binomio con la sua Coscienza all’inizio sono visti un po’ fallimentari: poi, la Coscienza stessa – Caterina Guzzanti – era vista come la pecora nera tra le Coscienze, ma in realtà ha lasciato Valentina libera di essere se stessa, di sperimentare la vita. Lei ha un lato infantile curioso e forte, molto bello: se all’inizio appunto possono sembrare un binomio pericoloso offrono invece un bellissimo risultato” per l’attrice milanese.
Mente Guzzanti dal set porta con sé il ricordo “di aver dovuto indossare sempre dei calzari, per non sporcare il Mondo Altro, tutto bianco. Per me è stato un ruolo fantastico, non vedevo l’ora di essere ‘un cartone animato’. Io innesco spesso dialoghi con la mia coscienza, quindi m’è sembrato geniale”.
Un elemento di corredo, ma per Cattiva Coscienza protagonista, è la musica – curata da Michele Braga -, che vede in scena – non nel ruolo di se stesso, ma di un cantante – anche Motta. Per Minnella “il ruolo delle musiche è fondamentale. C’è stato un lavoro orchestrale importante per trovare il suono del Mondo Altro; per 8 sulla terra la strada era incalzare il racconto con sonorità che potessero dare alla storia la possibilità di procedere e amalgamare il racconto. Motta, poi, è stata un’idea mia e di Sardo: ha letto la sceneggiatura e sulla base di quella ha scritto Per sempre; si è trovato suo malgrado a fare l’attore, con Carolina (Crescentini, sua moglie) come coach”.
Federica Lucisano, produttrice del film, parla di “commedia romantica, un po’ la nostra cifra stilistica: ho trovato il concept molto originale e che valesse la pena esplorare; sono riusciti a rendere credibile l’incredibile. Poi insieme abbiamo costruito il cast e credo l’operazione sia riuscita per l’emozione che suscita”.
Massimiliano Orfei, distributore con Vision Distribution, rispetto all’uscita, in oltre 300 sale, commenta sia “decisivo quello che accadrà quest’estate, per cui di solito la pensiamo una stagione spenta. Si spegne il pubblico perché non c’è offerta: un circolo vizioso. Quest’estate ci sarà l’iniziativa dello Stato, Cinema Revolution, e la miglior offerta di blockbuster americani possibile. Noi vogliamo cogliete questa opportunità e questo film è un’occasione in un’estate incredibile, abbiamo grosse aspettative”.
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