Carrère e Binoche aprono la Quinzaine con un viaggio nel precariato

Il terzo film dello scrittore di "Yoga" sarà nelle sale italiane con Teodora


CANNES – “I mestieri della pulizia sono il futuro, le aziende non possono nemmeno delocalizzare il servizio”, assicura l’addetta dell’agenzia di collocamento a Juliette Binoche nei panni di Marianne, scrittrice di fama che, in quel momento, si spaccia per una donna in difficoltà, appena mollata dal marito e in cerca di lavoro. Il suo sguardo spaesato e la sua posizione da infiltrata nel mondo del lavoro precario sono al centro di Ouistreham (titolo internazionale Between Two Worlds) diretto da Emmanuel Carrère a partire dal libro di Florence Aubenas “Le Quai de Ouistreham”, pubblicato una decina di anni fa. Terza regia per l’autore di “Yoga” dopo un film di finzione e un documentario, Ouistreham entra nelle giornate delle “femmes de ménage” che si svegliano all’alba per pulire alla velocità della luce le cabine del traghetto che attraversa la Manica. Giornate massacranti alle prese con bagni sporchi e capi feroci, impiegate addestrate ai comandamenti dello “SBAM” (Sourire, Bonjour, Au revoir, Merci) nei rari momenti in cui dovessero uscire dalla loro invisibilità e incappare in qualche utente dei servizi che loro rendono nuovamente presentabili. Ma anche avvolte in un senso di comunità fuori dal comune, un cameratismo che rende sopportabile – persino dolce – un lavoro così frustrante.

Juliette Binoche è straordinaria nel suo mostrarsi e nascondersi, nel suo stare in prima linea con le invisibili, nell’aderire alla loro fatica e alla loro sorellanza pur sapendo di mettere in atto un’impostura, con tutto il conflitto interiore che questo comporta. “Quando uscì, circa 10 anni fa, il libro di Florence Aubenas fu un successo e si parlò presto di un suo adattamento cinematografico, ma l’autrice era riluttante – ha spiegato Carrère – Juliette Binoche, però, si era innamorata di questa storia ed essendo una donna molto tenace, anno dopo anno è tornata a chiedere quando sarebbe stata portata sullo schermo, finché Aubenas ha accettato e ha fatto il mio nome per la regia. Mi sono trovato quindi alle prese con un libro che ho ammirato molto e sono stato trascinato dal desiderio di Juliette”.

Film di apertura della Quinzaine des Réalisateurs, acquisito da Teodora per la distribuzione italiana, in Ouistreham, accanto a Binoche, recitano attori non professionisti. “Juliette ci ha preso come eravamo – racconta emozionata l’attrice che interpreta Christelle – È una star mondiale ma si è adattata al nostro ambiente, si è messa al nostro livello”. Proprio sul suo personaggio, quello di un’addetta alle pulizie che stringe un rapporto di grande amicizia con Marianne senza sapere che sta fingendo, si gioca l’aggiunta romanzesca di Carrère al materiale documentario di Aubenas: “Ho inserito l’elemento drammaturgico di questa amicizia sincera e profonda, ma che si basa su un’ambiguità, anzi su una bugia. Florence Aubenas è una grande scrittrice ma rivendica di essere prima di tutto una giornalista. Al contrario di lei, nei miei lavori mi metto in scena con tutti i miei dubbi e i miei stati d’animo e proprio per questo mi sono identificato moltissimo nel personaggio di Marianne”, conclude Carrère, il cui lavoro letterario è caratterizzato proprio dalla pratica della cosiddetta “autofiction”, in cui le vicende intime dello scrittore si intrecciano a quelle dei personaggi che racconta.

07 Luglio 2021

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