CARLO VERDONE


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Nevrotico come Maledetto il giorno che t’ho incontrato, corale come Compagni di scuola, il nuovo film di Carlo Verdone è pronto per le sale. Schivando l’offensiva di Natale uscirà appena dopo l’Epifania, il 10 gennaio. Distribuito dalla Warner, anche coproduttore alla sua prima esperienza tutta italiana. Per il comico romano, fermo due giri dopo C’era un cinese in coma, questo è un film più di regia che di recitazione, con poche smorfie e un gruppo di attori – tra cui Margherita Buy, Anita Caprioli e Antonio Catania – chiamati a incarnare le ossessioni contemporanee in una parodia autogestita dell’analisi di gruppo.
Per sé, Verdone ha scelto il ruolo di Galeazzo Tinacci detto Gegè, cinquantanne perennemente all’ombra del padre-padrone, incapace di liberarsi dal senso di colpa, afflitto da impotenza. Forse da qui il titolo, Ma che colpa abbiamo noi.

Perché torna proprio ora al tema della nevrosi?
La fragilità è un tema più che mai attuale, addirittura dopo l’11 settembre sono aumentati gli adolescenti in terapia. E poi era un ottimo pretesto per un film corale e “melancomico”, per usare un aggettivo che hanno coniato per me.

Voleva anche un po’ prendere in giro gli psicoanalisti con quella dottoressa Lojacono che esala l’ultimo respiro in seduta?
Non direi, piuttosto rido di certe persone che ricorrono all’analisi per egocentrismo, magari perché hanno preso una batosta sentimentale, che si parlano addosso e non riescono ad andare oltre.

Il personaggio di Gegè, col suo complesso paterno, le somiglia?
Direi di no. Ormai ho imparato a prendere gli aerei e non mi imbottisco di ansiolitici e medicine, anche se una volta, alla dogana Heathrow mi hanno trovato la magnesia lassativa e per convincerli che non fosse cocaina ho dovuto scioglierla sulla lingua.

Che rapporto ha con gli altri autori italiani?
Frequento più attori che registi, e sono più amico di Pontecorvo, Montaldo o Scola che dei miei coetanei. Con Benigni ci si parlava, ora è diventato inarrivabile. Stimo Virzì e Rubini, se li incontro mi fa piacere.

Le sembra che il film sia un po’ lungo?
Era due ore e 35, ma l’ho portato a meno di due ore perché una commedia, anche se ben scritta, altrimenti non regge. Però nel dvd ci metteremo tutto.

autore
21 Dicembre 2002

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