Claudia Cardinale, 80 anni domenica prossima, non rinuncia alla natura selvaggia e anticonformista che negli anni d’oro del cinema italiano la resero musa ispiratrice dei più grandi registi dell’epoca, da Visconti a Fellini, da Germi a Leone, nell’incontro con la stampa al San Carlo di Napoli, città che la ospita in questi giorni in due spettacoli, di cui uno al debutto proprio nel giorno del suo compleanno. Domenica prossima sarà festeggiata in concomitanza con la prima di Lady Macbeth del Distretto di Mtsensk di Dmitrij Shostakovich. “Non ho mai nascosto la mia età, non sono mai stata e mai sarò una diva. Sono una donna normale, come tutte le altre”.
L’attualità è l’impegno al teatro Augusteo di Napoli, dove va in scena con Ottavia Fusco ne La strana coppia, commedia di Neil Simon riadattata secondo un’idea di Pasquale Squitieri, due donne protagoniste anziché due uomini, come nella versione originale: “E’ un progetto al quale Pasquale teneva molto, lo facciamo in suo onore”. Del teatro, un amore scoperto tardi, ha detto che: “prima avevo paura di farlo, ora non più”, ma, pensando al futuro, non esclude il cinema: “anche se è più facile farlo in USA e in Francia che in Italia”.
L’amore per Squitieri si trasmette alla città di Napoli: “E’ una città che amo, come la sua musica e il suo cibo. Fui costretta a trasferirmi a Parigi perché a Roma avevo sempre i paparazzi sotto casa. Era diventata invivibile, cambiai casa tre volte”, dice mentre scherza con i fotografi mimando il gesto della pistola.
Il resto è un tuffo nei ricordi, sin dagli inizi in cui “non volevo fare cinema, fu un incidente, mi nominarono italiana più bella di Tunisi senza che fossi iscritta al concorso”; poi, la prima volta a Venezia: “presi l’aereo con i miei e c’erano le locandine che dicevano: ecco la ragazza che ha detto no al cinema” e, ancora, l’impatto traumatico col Centro Sperimentale: “Sbattei la porta e fui promossa per il mio temperamento”. Tanti i ricordi dei compagni di set: da Alain Delon – “quando finivamo di girare c’era la coda di uomini e donne per andare a letto con lui” – a Marcello Mastroianni, le cui intenzioni non prese mai sul serio: “Non ci sono mai cascata. E poi io ho amato un solo uomo, Pasquale Squitieri, l’uomo della mia vita”. Non dimentica David Niven – “Quando andai a Hollywood lui mi fece un gran complimento, disse che ero la più bella invenzione italiana dopo gli spaghetti” – e Sergio Leone: “In C’era una volta il West ero l’unica donna del set e ancora oggi i tassisti quando mi vedono fanno il verso dell’armonica che suonava Charles Bronson”; ancora Alberto Sordi, di cui ha detto: “Con lui mi divertii molto in Australia a girare Bello onesto emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata, dove io – ricorda scoppiando in una fragorosa risata – non ero illibata ma una puttana. Lui non voleva estranei in casa, solo io ero ammessa”. Erano i tempi in cui Claudia Cardinale era opposta alla bellezza francese di Brigitte Bardot: “Eravamo la mora e la bionda, ma fummo molto complici sul set de Le Pistolere.
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