Cara, ti odio


Una denuncia, benché a voce sommessa, arriva dall’ultraindipendente Gian Paolo Vallati, autore dell’opera prima Cara, ti amo… che sarà autodistribuita dallo stesso regista anche produttore con 80mila euro che sono “i risparmi di una vita”. “I piccoli distributori ti chiedono soldi, seppure in maniera indiretta come contributo alle spese, per far uscire una pellicola come questa nelle sale, i più grandi ti ignorano e i medi curano male le uscite di film così piccoli ma intanto ti costringono a rinunciare ai diritti, compreso quello d’antenna”. E dunque fa da sé Vallati, classe 1960, romano, ex architetto, proprio come uno dei suoi personaggi. Convinto comunque che la sua commedia girata in digitale con il nutrito cast in compartecipazione, possa andare bene proprio per la sua leggerezza a tratti naif. La scelta è stata consapevole e scavalcata dai vari cine-match “maschi contro femmine”, tanto da indurre a modificare il titolo del progetto, che ha richiesto due anni di lavorazione, da Maschi! a Cara, ti amo… Titolo preso a prestito da una canzone di Elio e le storie tese (“speriamo che ci faccia causa”). Ma l’amore c’entra ben poco e il film è a tutti gli effetti un ossimoro, frutto dell’ambivalenza dei quarantenni – e non solo – verso l’altro sesso, desiderato ma anche disprezzato. E infatti la locandina mostra un guantone da pugile che offre una rosa rossa.

 

Così fanno anche i quattro protagonisti (Angelo Orlando, Luciano Scarpa, Alessandro Procoli e Massimiliano Franciosa), amici trasteverini dai destini piuttosto incerti e dall’identità irrisolta. Uno scrive testi per programmi televisivi ed è innamorato di una soubrette poco limpida nelle sue scelte sentimentali, un altro, barman piacione, si porta a casa le clienti, ogni sera una diversa, un terzo, insegnante di tennis divorziato con figlia, ha sempre una bottiglia di champagne nel frigo accanto alla vasca idromassaggio, l’ultimo, apparentemente il più sfigato, è un architetto con la mania del cibo biologico, che non batte chiodo da quando la fidanzata si è messa con un altro. Attraverso i loro umori e le loro chiacchiere da bar, questa “commedia maschilista che piacerà alle donne” colleziona una galleria di caricature femminili e luoghi comuni sui rapporti tra i due sessi che a volte strappano il sorriso. Tutto legittimo, per carità, anche se non capiamo Vallati quando dice: “Finalmente il perenne conflitto uomo-donna è osservato dal punto di vista maschile, come in una sorta di risposta a Sex and the City“. Ci risulta, però, che il punto di vista maschile sia sempre stato ben espresso e non solo dal cinema.    

 

Cara, ti amo… che è costato quanto 50 secondi di Manuale d’amore 3 è piaciuto alla giuria del RIFF che l’ha premiato, ex aequo con M.A.R.C.O di Alex Cimini come miglior film italiano. Ed è piaciuto anche all’esercente del Nuovo Cinema Aquila che lo programmerà nei prossimi giorni, proprio grazie a un accordo col RIFF. Ricchissimo il cast femminile con, tra le molte presenze, Elda Alvigini, Emma Nitti, Nina Torresi, Elisabetta Pellini. Due cameo di lusso sono affidati a Lidia Vitale (l’imprenditrice che non vuole maschi nel suo staff) e Gian Marco Tognazzi (il datore di lavoro truffaldino).

autore
03 Ottobre 2011

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