Esce come evento speciale il 20, 21 e 22 giugno Il viaggio degli eroi di Manlio Castagna, che racconta la vittoria dell’Italia ai Mondiali di calcio dell’82. Con la voce narrante di Marco Giallini, il film, prodotto da Onemore Pictures e Rai Cinema, con partecipazione di Rai Com, nasce da soggetto di Manuela Cacciamani e Castagna stesso. La vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio.
“È una delle gioie più grandi da quando sono Presidente della Repubblica”, disse a suo tempo Sandro Pertini, mentre la frase “Campioni del mondo!” scandita tre volte dall’indimenticabile voce del commentatore Nando Martellini fa ancora vibrare i cuori ed è diventata di uso comune, non solo per chi ha la passione per il calcio ma per tutti gli italiani. Un successo inatteso, giunto dopo un avvio difficile, di sconfitte, di polemiche e silenzio stampa, con la squadra costantemente paragonata a un’inaffidabile ‘Armata Brancaleone‘.
Poi l’incredibile metamorfosi della Nazionale italiana contro Argentina e Brasile e la cavalcata fino a sollevare la Coppa del Mondo. Un esempio di caparbietà, di orgoglio e di dignità. Una vittoria che tutti ritenevano impossibile, tranne quei “ragazzi dell’82”. Una favola di riconoscenza e di riscatto, che vede fra i protagonisti Enzo Bearzot: commissario tecnico, mentore e padre putativo di quei giocatori che fecero l’impresa. Non era alla ricerca del consenso, ma aveva come priorità la lealtà, il rispetto e la coesione della sua squadra. La vittoria costituì il motore propulsore capace di dare nuova linfa e consentire all’Italia di superare uno dei momenti più bui. Una irripetibile sinfonia di scelte coraggiose, sacrificio e capacità che rese umana ed eroica la vittoria.
In conferenza presentano il film i Campioni del Mondo dell’82 Alessandro Altobelli, Giancarlo Antognoni, Antonio Cabrini e Bruno Conti, il regista Manlio Castagna, i produttori Manuela Cacciamani, Founder di One More Pictures e Paolo del Brocco per Rai Cinema.
“Il dio del cinema mi ha permesso di stringere la mano ai Campioni che hanno segnato la mia vita – dice del Brocco – il 10 luglio ho fatto l’esame di maturità e dunque ho visto la finale con grande leggerezza. Il film rappresenta non solo il momento storico e la vittoria sportiva ma un momento di riscatto del paese, e il principio che facendo gruppo si vince. Andremo in 107 sale, una cosa non comune per il documentario”.
“Ero piccola – dice Cacciamani – ma oggi riscopriamo quella storia con una grande squadra, siamo stati in tanti a lavorarci, per poter riportare quei principi e quella storia anche al mondo di oggi”.
Dichiara Antonio Cabrini: “Il film farà venire a tutti la pelle d’oca, parla della vita di un paese e del grande sentimento che c’era in un gruppo di ragazzi, che è riuscito a portarci a vincere una coppa del mondo, impensabile solo 40 giorni prima. Mi rimane dentro questo: l’amicizia e il sentimento per tutti gli altri colleghi e amici, fondamentali per arrivare alla vittoria e far sentire al popolo italiano di far parte di un grande paese”.
Giallini ricorda “un evento fantastico. L’Italia è stata una botta incredibile. Sono cresciuto meglio dopo quella sera, è stato educativo. Denigravano Paolo Rossi e poi si è rivelata una punta fortissima, una delle più forti mai avute. Bruno Conti con i suoi piccoli tic che si fermava. Gli urlavo ‘Che fai, corri!’. Ovviamente non mi sentiva e ora ce l’ho qui di fianco a presentare il film”. Federica Cappelletti, vedova di Paolo Rossi, ricorda che “si tratta di persone autentiche che Paolo mi ha sempre descritto e posso confermare essere bellissime persone oltre che grandi campioni. Il rapporto di Paolo con Bearzot era filiale, forse anche particolarmente intimo perché Paolo aveva bisogno di lui e gli diceva sempre che lo avrebbe portato in Spagna. Quando Bearzot stava per morire incoraggiò Paolo dicendogli che doveva essere forte e che la squadra gli aveva regalato grande felicità”.
Bruno Conti ricorda Bearzot e Rossi raccontando di come siano sempre molto nominati nella chat di gruppo con cui i Campioni si mettono in contatto. “Ci chiamavano l’armata Brancabaerzot, ma questo è accaduto prima di partire per il Mondiale, ma quando ci siamo ritrovati ad Alassio, con i giornalisti che ci volevano in pratica ammazzare, dopo i primi tre pareggi, hanno continuato a dire di tutto nei confronti di Baerzot e Paolo. Durante una conferenza abbiamo sentito urlare Baerzot contro i giornalisti e quindi ci siamo uniti nel silenzio stampa. Abbiamo fatto parlare Dino Zoff, il capitano, che parlava meno di tutti”.
E poi il confronto con Maradona: “parliamo di partite e calciatori importanti. Si preparano con il tempo, era pieno di grandi calciatori da sconfiggere, siamo stati contenti che sia stato dato tutto quello che era possibile per battere i calciatori più grandi del mondo e dimostrare a chi parlava di ‘Italia catenacciara’ che anche noi avevamo qualcosa da dire”.
Il regista Castagna ricorda: “avevo otto anni ma quell’estate luminosa ha segnato per me un cambiamento decisivo. Ho capito che la gioia può essere esplosiva e coinvolgerci tutti quanti. Anche vivere in strada era qualcosa di diverso. Prima si scendeva in strada per combattere e combattersi, con quel Mondiale sono scesi in strada per abbracciarsi. Il paese si è stretto attorno agli eroi ed è migliorato. Avrei voluto raccontare di più anche dell’Italia del periodo, del costume, della tv, magari lo avrei fatto se avessi avuto a disposizione una serie, ma anche nel film ci sono cose mai viste prima, dovevo pensare a un percorso su 11 tappe. Ed è proprio quello il viaggio dell’eroe. Il viaggio di chi non è predestinato alla vittoria: Luke Skywalker, Harry Potter, Frodo Baggins. Sono le circostanze e i mentori a portarli dove sono. E poi prima dell’eroe c’è la squadra, e dietro la squadra, un gruppo”.
E’ Dossena a ricordare l’intervento di Pertini: “Gli andava la nostra riconoscenza, uno tra i pochi ad averci sostenuto in ambito istituzionale. Chi entrava dallo spogliatoio per dire qualcosa riceveva ciò che aveva seminato, i ragazzi erano tutti a rischio e si sono messi in gioco con le loro facce, anche magari sbagliando. Quello ti aiuta perché le scelte sono tue e sono libere, se attorno hai anche una squadra che ti segue tutto funziona. Forse oggi è improponibile. I nuovi guadagnano più di noi e ne sono contento, ma sono proprio due mondi diversi”.
Il film arriva dopo una mancata qualificazione al mondiale ma Conti sottolinea “oggi parliamo di una cosa bellissima, forse non è il caso di parlare di questo”.
Curiosità: il fumettista Roberto Recchioni, curatore di ‘Dylan Dog’, figura come direttore artistico delle animazioni, realizzate da affermati illustratori italiani.
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