Grande attesa tra Parigi e Roma per l’anteprima di Callas forever di Franco Zeffirelli.
Il regista, nella capitale d’oltralpe per la presentazione del film al Teatro Gaumont, dove questa sera si ricorda la divina a 25 anni dalla morte, lo definisce “la storia di una donna, non di una artista. Una donna straordinaria, geniale. Ma anche, per qualche verso, una donna modesta”.
Prodotto da Medusa e Cattleya, interpretato da Fanny Ardant nei panni della Callas, da Jeremy Irons, Joan Plowright, Gabriel Garko, mette in scena l’ultimo periodo di vita della cantante, la fine degli anni Settanta quando vive lontana dal palcoscenico, nella casa di rue George Mandel, sola perché la sua voce l’abbandona dopo averla consegnata al mito.
Il suo impresario le propone il ritorno sotto i riflettori con un film sulla Carmen in cui usare una registrazione fatta all’apice della carriera: “Un’ipotesi che stava per realizzarsi visto che io stesso, nel ’68, proposi alla Callas di girare prima un film su Tosca e poi su Carmen” dice Zeffirelli. Ma il progetto non fu mai realizzato forse perché “Il suo carattere l’ha portata a non accettare alcun compromesso. Ha capito di essere all’inizio della fine il giorno in cui interpretò alla perfezione La sonnambula di Bellini. Capì che non sarebbe mai stato più possibile rifarla così bene”.
“Un film biografico è sempre pieno di trappole – continua il regista – Non si può essere responsabili di qualcuno che non può rispondere. Ma io non ho voluto romanzare. Sentivo che era tempo di riportare i ricordi di questa artista geniale, la più grande del secolo”.
Così Zeffirelli ha messo da parte il gossip e le storie da copertina perché “la Callas non resterà nella storia certo per questo, ma per ben altro”. Ma lui stesso dice di ricordare con “molta pena” Onassis. “E’ inconcepibile quello che le ha fatto, come l’ha trattata, pare che lei fosse anche incinta di lui” attacca. Parole dure anche per Meneghini, il marito italiano “cui lei ha concesso di fare tutto, e lui l’ha lasciata senza nulla”.
Lo spirito polemico del cineasta non risparmia neppure la Scala di Milano “diventata una Baghdad in cui c’è un solo rais: Riccardo Muti. E’ stato il teatro di Maria, ma non avevano pensato di celebrarla. Poi, le hanno dedicato un balletto. Ma che c’entra?”.
Fanny Ardant, perfetta incarnazione della Callas, dichiara: “Lei per me è sempre stata un faro. Un’artista che non ha mai barato, raccontarla alla fine della sua vita è stata una scelta giusta perché in quel momento viene fuori l’artista. Il film offre un panorama della sua anima”. Le fa eco Jeremy Irons: “Nel film viene fuori la verità sulla Callas. Io spero di aver avuto il cuore e la ferocia di Franco”.
La pellicola, che la sorella della cantante ha cercato di bloccare per “denigrazione dell’immagine della Callas”, uscirà in Francia il 18 e in Italia il 20 settembre.
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