“Roberto Catani, artista paziente e solitario, lascia che temi e sentimenti sedimentino a lungo prima di esplorarli”. Con queste parole, Andrijana Ružić ha introdotto la masterclass di Roberto Catani, intervistando il pluripremiato autore di corti d’animazione. Diplomatosi alla Scuola del Libro di Urbino, Catani ha iniziato a dedicarsi all’animazione solo a trent’anni: “Avevo paura di mostrare le mie creazioni”, ha ammesso. Nonostante ciò, fin dal suo primo film, Il pesce rosso (1995), realizzato con oltre trecento disegni su cartoncino nero, ha rivelato uno stile peculiare e affascinante. I successivi lavori, La sagra (1998) e La funambola (2002), con le musiche di Normad Roger, l’hanno consacrato come uno dei grandi del mondo dell’animazione. Dopo una pausa, nel 2013 è tornato con La testa tra le nuvole e nel 2018 con Per tutta la vita. Il suo recentissimo Il burattino e la balena, presentato alla 81ª Mostra del Cinema di Venezia, conferma la sua capacità di creare animazioni che sospendono il tempo, trasformando ogni tratto di matita in un’emozione, in una storia che prende vita.
La giornata conclusiva del Ca’ Foscari Short Film Festival ha visto protagonisti gli ultimi sei cortometraggi del Concorso Internazionale. Waterline, dei registi argentini Lucila De Oto e Gastón Bonalve, denuncia la violenza istituzionale attraverso la presa di coscienza del giovane Facu, che ha perso il padre durante una protesta ambientalista. Il tema ambientale è ripreso in 3MWh della regista ceca Marie-Magdalena Kochová, che, attraverso gli occhi di un dipendente di una centrale elettrica, invita a riflettere sull’eccessivo consumo di energia. Cura Sana della cineasta spagnola Lucía G. Romero, porta in concorso una storia autobiografica sulle conseguenze della violenza domestica e sulla ricerca di una via d’uscita. Lunge della regista iraniana Negar Hassanzadeh, racconta le difficoltà di una schermitrice iraniana che è ostacolata nel competere contro un’avversaria israeliana. Crac! del regista francese Dimitri Martin Genaudeau, trasforma un coleottero in un essere capace di provare emozioni, invitando lo spettatore a guardare oltre i sentieri battuti. Per finire, Heart Flutters dei registi polacchi Eliza Godlewska e Alan Ruczyński, un dramma commovente sul rapporto tra un padre single e la figlia dodicenne.
A chiudere la giornata finale dello Short è stata la Masterclass dedicata a Marco Bellocchio, condotta dal critico cinematografico Anton Giulio Mancino. Durante l’incontro, Mancino ha ripercorso la carriera del regista, introducendo la proiezione di quattro cortometraggi realizzati con i giovani del corso Bottega XNL – Fare Cinema: Pagliacci (2016), La lotta (2018), Se posso permettermi (2021) e Se posso permettermi – Capitolo II, presentato l’anno scorso alla 81ª Mostra del Cinema di Venezia. Il regista piacentino, nell’impossibilità di partecipare a causa d’impegni sul set, ha inviato un videomessaggio in cui ha sottolineato l’importanza di questi cortometraggi, definiti un “diario personale di estrema libertà e vivacità, grazie al contributo dei giovani”. Tra immagini potenti e una carriera che continua a lasciare il segno, l’incontro su Marco Bellocchio ha concluso l’intensa settimana del Ca’ Foscari Short Film Festival, in attesa della cerimonia finale che decreterà il cortometraggio vincitore.
Tutti i premi della quindicesima edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival vinta dal corto di Marie-Magdalena Kochová
Tra i film prodotti da Alessandra Riccardi Infascelli, giurata del festival, anche Blindman del 1971, interpretato tra gli altri dall'ex beatle Ringo Starr. Mentre Gianfranco Angelucci ha svelato un Fellini inedito
Il regista spagnolo, candidato all'Oscar per Il mio amico Robot, ha incontrato il pubblico del festival veneziano
La prima giornata della quindicesima edizione del festival veneziano si conclude con l'atteso incontro con il regista spagnolo Pablo Berger