Moda del momento e argomento di grossi ‘misunderstanding’, il burlesque permette, in teoria, a ogni donna di sentirsi sexy e desiderabile al di là del suo aspetto fisico. Nato in Inghilterra nel XVIII secolo, acquisisce durante l’Ottocento caratteristiche comiche e parodistiche. Importato negli Stati Uniti dove venne molto apprezzato, lo spettacolo, a causa delle molteplici trasformazioni, era composto alla fine del XIX secolo da caricature, canzoni e danze di ballerine (col tempo sempre più svestite) che eseguivano anche spogliarelli o coreografie ammiccanti.
Quest’ultimo elemento è oggi il più conosciuto grazie soprattutto alla celebrità della performer glamour Dita Von Teese, che ha rilanciato la moda in tutto il mondo. Oggi lo praticano in molte, per mestiere o semplice passione. E’ del 2010 il film Burlesque con Cher e Christina Aguilera e oggi arriva il nostrano Pane e Burlesque, opera prima di Manuela Tempesta, interpretato da Sabrina Impacciatore, Laura Chiatti, Michela Andreozzi e Giovanna Rei. “C’è un equivoco forte attorno al termine – spiega Impacciatore – specie da quando Berlusconi lo ha usato in associazione al ‘bunga bunga’. A me affascina perché mette la donna nella condizione di decidere quando e come sedurre e come fare impazzire il proprio compagno. Non è una questione di fisico. I miei amici maschi mi confessano che non disdegnano la cellulite. E’ un problema più nostro che loro. E d’altro canto ogni donna, anche la manager algida, sogna di sedurre col proprio corpo. Così come gli uomini vogliono sempre giocare. Questo mette d’accordo le due istanze, anche cinematograficamente. Un attore maschio può essere un cowboy, un samurai… noi di solito siamo più limitate, ma così anch’io ho potuto imparare qualcosa di diverso, giocare con l’ironia, con il teasing. Ciò non significa che le donne debbano limitarsi a questo: devono continuare a saper fare tutto, amanti, mamme, perfette casalinghe. Del resto ci riuscivano le nostre nonne. Ci sono donne che scelgono il burlesque per la vita, per altre resta solo un hobby. Può essere un modo intelligente di affermare la propria femminilità. E poi l’ironia è un’arma di seduzione trasversale perché conquista sia gli uomini che le donne. In fondo, ‘se durre’ significa “condurre a sé”. Stiamo tutti a combattere contro un gran senso di solitudine”.
Nel film, in uscita il 29 maggio in 185 copie distribuito da 01, la Impacciatore interpreta Mimì La Petite, performer di burlesque che torna nel suo paese pugliese d’origine, colpito dalla crisi. Quando le sue compagne di spettacolo se ne vanno portandole via tutto, lei coinvolge tre neofite, le sarte Matilde e Teresa e la barista Viola, per preparare nuovi numeri, ma non mancheranno le difficoltà. “Amo il fatto che il burlesque unisca sensualità e ironia, ma non mi appartiene molto, io sono più tipo da maglietta e calzettoni – spiega invece Chiatti – sono più portata per la pole-dance. E se devo far ridere il mio uomo, gli racconto piuttosto una barzelletta”.
Differenza di vedute che lascia trasparire – unitamente al fatto che le due attrici ricevono la stampa in momenti separati – un’atmosfera di “maretta” sul set. Grossomodo, entrambe confermano: “ci sono colleghi con cui leghi benissimo e altri con cui ti limiti a collaborare al meglio. Non ci siamo picchiate”.
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