Bruno Bigoni

Tutto è cominciato tre anni fa quando il regista Bruno Bigoni, il critico Gianni Canova e 22 studenti dell’Università IULM di Milano, hanno coinvolto i detenuti di una casa circondariale nella realizzazione di un film liberamente ispirato al Riccardo III di Shakespeare con Bebo Storti come unico attore professionista. Riccardo era stato presentato a Locarno nel 2004 e quest’anno Bigoni torna al festival con Don Chisciotte, un film che nasce dalla stessa formula, mix riuscito di cinema e solidarietà, e rivisita il personaggio nato dalla penna di Miguel de Cervantes già portato sullo schermo da Orson Welles e che Terry Gilliam ha tentato, invano, di far rivevere. 

Giuseppe Cederna è il cavaliere errante scappato da una casa famiglia e inseguito da un’assistente sociale preoccupata. Sullo sfondo di una Milano d’inverno, il moderno Don Chisciotte, insegue il sogno di “risovere ingiustizie e raddrizzare torti” tra mulini a vento, regine di cuori e mostri frutto dello scarto tra realtà e immaginazione. Al suo fianco un Sancho Panza musulmano di colore interpretato da Yousuf Ademnuer, giovane rifugiato politico che ai tempi delle riprese neppure parlava italiano. Al film hanno partecipato, con camei e piccoli ruoli, anche tanti nomi noti del cinema e del teatro italiano tra cui Gabriele Salvatores, Kikko Stella, Moni Ovadia e Stefano Mordini.

“Abbiamo fatto un grande lavoro sul testo, scrivendo 11 diverse versioni ma cercando sempre di restare fedeli allo spirito di Cervantes”. “Don Chisciotte è il romanzo dei contrasti e il suo protagonista è un personaggio di grande complessità, non a caso tutti i film su di lui, completi o meno, sono molto diversi continua Il nostro Don Chisciotte e’ un eroe moderno: non colui che vince le battaglie ma uomini e donne che non possiedono nulla e ogni giorno trovano la forza di affrontare la vita. In questi film parliamo degli ultimi con un cinema che non dimentica il confronto con la realtà e dalla realtà trae il senso del proprio lavoro”. Una grande fonte di ispirazione, sottolinea Bigoni “è stato Fabrizio De Andrè e la sua grande attenzione per gli ultimi”. Don Chisciotte e’ prodotto dalla IULM, insieme alla Provincia di Milano e Minnie Ferrara.