È tempo di bilanci e, nel mondo del cinema, la questione che sta più a cuore a tutti è quella relativa all’andamento delle sale nel 2022 in Italia e nel mondo dove i risultati positivi di fine anno sono stati fortemente sostenuti dalla provvidenziale uscita di Avatar – La via dell’acqua.
Iniziamo dal nostro paese. I cinema nel 2022 hanno registrato un incasso complessivo di circa 306 milioni di euro per un numero di presenze pari a 44,5 milioni di biglietti venduti. Questo vuol dire che, rispetto all’epoca prepandemica, ossia alla media del triennio 2017-2019, che Cinetel da un po’ di tempo ha preso come metro di paragone, c’è stato un decremento del 48% degli incassi e del 51% delle presenze. Mentre, rispetto allo scorso anno, gli incassi sono aumentati dell’81% e le presenze del 79% considerando che le sale avevano riaperto a partire dal 26 aprile mentre l’obbligo delle mascherine è andato avanti fino al 15 giugno di quest’anno. La quota di mercato dei film italiani è stata di circa il 21% in linea con la media del triennio 2017-2019, così come il numero dei film distribuiti nei cinema, 620 nuovi titoli contro i 632 di prima.
Martedì 10 gennaio Cinetel pubblicherà, in una conferenza stampa, le analisi complete e probabilmente accentuerà i dati positivi per dare un’immagine del mercato in ripresa che però, se messo a confronto con altri paesi (esclusa la Germania in linea in maniera inedita con i dati percentuali italiani), evidenzia una problematicità maggiore rispetto al ritorno in sala di ampie fette di pubblico.
Inevitabile andare subito a dare un’occhiata ai dati dei nostri vicini più prossimi, i francesi. Lì i numeri appena pubblicati dal Centre national de la cinématographie et de l’image animée (CNC) che, rispetto ai nostri, si concentrano sulle presenze e non sugli incassi, dicono che lo scorso anno sono tornati nelle sale 152 milioni di spettatori. Con un calo di appena il 28,5% rispetto al 2019, quando le presenze erano state 213,2 milioni. Ancora più positivo il confronto con la media del periodo 2015-2019 che vede solo il 26,9% in meno. Gli esercenti italiani farebbero carte false per risultati così ma è evidente che l’educazione cinematografica della popolazione francese, che ha solo 6 milioni di abitanti in più dell’Italia, è sempre stata più forte e sentita anche per le presenze in sala (il nostro dato storico pre-pandemico vedeva all’incirca, e in media, 100 milioni di biglietti staccati nell’ultima decade).
Anche il Regno Unito ha perso poco, il box office ha toccato i 978 milioni di sterline con un calo del 28% rispetto al totale di 1,35 miliardi di sterline del 2019. Spostiamoci in un paese che invece ha 12 milioni in meno di abitanti rispetto a noi, la Spagna, che ha avuto, secondo i dati provvisori Comscore, un box office 2022 di 379 milioni di euro con 61,2 milioni di biglietti staccati. Ossia -39% rispetto alle media dal 2015 al 2019 e un +45% sul 2021.
Il paese che nel continente è andato peggio è stato, per ovvie ragioni legate alla sua guerra in Ucraina, la Russia che ha visto i ricavi diminuire sul 2021 addirittura del 43%, un dato che sale a un meno 57% rispetto ai livelli pre-pandemia.
Uscendo dall’Europa e atterrando negli Stati Uniti, sempre Comscore, ha calcolato che il mercato ha raggiunto circa 7,5 miliardi di dollari nel 2022, un dato che segna il 65% in più rispetto al 2021 ma il 35% in meno rispetto alla media 2017-2019 (il 2019 aveva registrato 11,39 miliardi di dollari).
Il 2022 è stato un anno molto negativo per l’altro principale mercato mondiale, quello della Cina (che, ricordiamolo, negli anni della pandemia, ossia nel 2020 e 2021, è stato il primo al mondo con un sorpasso inedito su quello nordamericano) dove le entrate al box office, secondo le statistiche pubblicate dalla China Film Administration, hanno raggiunto circa i 4,4 miliardi di dollari, perdendo sul 2021 il 40,5% e addirittura il 52% rispetto al 2019 con l’85% del box office proveniente da film nazionali. Le cause sono probabilmente dovute alle misure stringenti della dottrina “Covid Zero” recentemente abbandonata.
Secondo i dati della società britannica Gower Street, elaborati pure su quelli di Comscore, il Giappone è stato il mercato più performante del 2022 con una stima di incassi di 1,5 miliardi di dollari ossia appena il 9,4% rispetto alla media pre-pandemia mentre l’America Latina, con quasi 1,8 miliardi di dollari, si è ripresa bene dal 2021 con un +87% ma con il 30% in meno rispetto alla media triennale di riferimento. Un dato in linea con quello riassuntivo del box office globale che si attesta su un meno 35% rispetto alla media del 2017-19 prima dell’avvento della pandemia che ha sconvolto l’industria cinematografica globale.
Le stime per il 2023 di Gower Street vedono una crescita più forte dei territori del Nord America e dell’Asia Pacifico (esclusi Cinema e America Latina) mentre la risalita sarà più lenta per Europa e Medio Oriente. Bisognerà dunque attendere il 2024 per una ripresa completa del mercato cinematografico a livello mondiale.
Metti piede a Berlino e ti scopri a pensare che qui la storia ha lasciato profonde cicatrici sul volto della città. Ferite rimarginate eppure che non smettono mai di evocare....
L'attrice torinese è la protagonista dell'opera prima di Giuseppe Garau, che sarà presentata al Lucca Film Festival 2023 come unico titolo italiano in concorso
L'attrice 24enne, tra i protagonisti di La bella estate di Luchetti e La chimera di Rohrwacher, spiega a CinecittàNews di essere felice dello spazio che è riuscita a ritagliarsi nel cinema d'autore
L'attore pugliese, 34 anni, racconta a CinecittàNews la sua esperienza nella saga cinematografica campione di incassi e nel film di Michael Mann