PESCARA – “Ritengo che l’animazione sia all’interno del mondo dell’audiovisivo un settore molto importante a cui bisogna dedicarsi di più di quanto non si sia fatto finora. Cercheremo di supportare tutta la filiera e tutti quelli che ci lavorano. Mi auguro che la filiera diventi sempre più italiana. Ci sono tanti italiani bravissimi e riconosciuta all’estero e magari non gli diamo la giusta attenzione”.
Queste le parole della sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni intervenuta al festival Cartoons on the Bay, promosso e organizzato da Rai Com a Pescara.
“Stiamo lavorando tanto per modificare le norme obsolete sul tax credit – ha proseguito Borgonzoni – perché risale a tanto tempo fa e sono subentrati nuovi meccanismi e nuove dinamiche. Basti pensare allo spazio che hanno preso le piattaforme digitali dopo il Covid. Noi cercheremo di dare spazio e forza a tutti quegli ambiti, come quello dell’animazione, che sono più in sofferenza rispetto ad altri che sono in una posizione di vantaggio. Cercheremo anche di rendere più italiano il tax credit internazionale e stiamo ragionando sulle spese di produzione ‘sopra la linea’, dando ad attori e registi delle produzioni che arrivano in Italia il tax credit al 30% se sono stranieri e al 40% se sono italiani”.
Specificamente riguardo all’animazione, dice “è necessario promuoverla maggiormente all’estero. Lavoriamo su due grandi strumenti: prima di tutto con il Ministero dell’Economia sull’aggregazione di impresa, perché noi in Italia abbiamo tante imprese che però sono piccole rispetto al mercato globale e fanno fatica a competere a causa delle loro ridotte dimensioni. Non significa spersonalizzarsi ma affacciarsi con maggior forza al mercato. Poi con il Credito Sportivo per mettere in campo uno strumento di finanziamento di a tasso zero, per rendere più solide le aziende e aiutarle a diventare più strutturate, con gambe sempre più forti, per avere più possibilità di entrare sul mercato internazionale, con obiettivi che quando sono raggiunti consentono di scalare una parte del prestito, con un criterio che possiamo definire meritocratico, il più adatto per una impresa. Sono pochissime le grandi aziende nel mondo dell’audiovisivo ad essere rimaste a capitale italiano, sono quasi tutte straniere. Noi come governo dobbiamo dare alle nostre aziende gli strumenti per rimanere italiane, fermo restando che ognuno ha la libertà di vendere la sua azienda a chi vuole… Ma la maggior parte di coloro che hanno venduto non l’hanno fatto per scelta ma perché non ce la facevano ad andare avanti. Per cui, l’aggregazione consentirebbe di conservare l’autonomia artistica ma con un potenziale finanziario moltiplicato per entrare nel mercato globale. Per noi è un grande risultato sapere che qualcuno, come Iginio Straffi di Rainbow, ricompra le proprie quote e anzi, ne acquista di altre”.
Si è parlato anche più in generale di cinema, e in particolare della crisi delle sale: “Sono l’anello debole della filiera che ha sofferto tantissimo la pandemia. Investiamo 20 milioni con iniziative, oltre a ‘Cinema in Festa’, per far in modo di riportare gli spettatori in sala. La voglia c’è, le ricerche di mercato lo dicono. L’animazione italiana è in difficoltà perché soffre il confronto con i kolossal stranieri, mentre magari avrebbe bisogno del tempo per sviluppare il passaparola. Possiamo pensare anche a soluzioni di calendarizzazione o altro, ma se non riportiamo prima gli spettatori al cinema, far restare un film d’animazione per molto tempo in una sala vuota non è una gran soddisfazione”.
Infine, sul preponderare di nuove tecnologie e Intelligenze Artificiali, ha commentato: “Bisogna certamente rinnovare le commissioni, perché non possiamo trovarci di fronte a commissari che magari boccino un progetto basato sulla realtà aumentata solo perché non conoscono l’argomento. L’Intelligenza Artificiale è fantastica, pensiamo a cosa può fare nel campo della medicina o dell’agricoltura. In campo artistico va regolamentata: così come per i libri devo conoscere le fonti, voglio sapere se un’opera è stata prodotta da un uomo o da una macchina. Poi scelgo, magari preferisco la macchina. Anche se personalmente ritengo che il contributo umano resterà fondamentale perché noi siamo fatti di logica ma anche di sentimenti, e quelli è difficile inserirli in una macchina. L’importante è che le normative siano condivise a livello internazionale”.
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