“Aveva un modo dittatoriale di dirigere gli attori, controllava tutto, perfino gli sguardi. Un metodo di regia un po’ datata ma all’epoca ero felice di assecondarlo. E’ stata l’esperienza più bella della mia vita”.
Così Claire Bloom, splendida 70enne, ricorda Charles Chaplin che la volle, appena 20enne, come protagonista di Limelight (Luci della ribalta), film del 1952 ora rinato grazie al restauro della Cineteca di Bologna che sarà presentato domani sera in anteprima mondiale in chiusura del festival Il Cinema Ritrovato.
Accanto all’attrice, alla conferenza stampa di presentazione dell’evento, c’è Sydney Chaplin, anch’egli tra gli interpreti del film insieme al padre e a Buster Keaton.
Con la vena comica tipica del Dna di famiglia scherza: “Sul set con me mio padre era molto più duro ed esigente che con gli altri forse perché aveva molte aspettative. In questo film emerge tutto il suo gusto, la pazienza, la qualità e la padronanza del mestiere. Poi, al contrario di ciò che accade oggi, nei suoi film non c’erano mai esplosioni di macchine, il motivo per cui non vado più al cinema”.
Chaplin girò il film a Hollywood mentre su di lui si allungava l’ombra lunga del maccartismo: l’FBI lo controllava fin dal 1922 e contro Limelight l’American Legion, associazione di zelanti cacciatori di streghe, scatenò una vera e propria campagna di boicottaggio.
“Mi accorsi di questo clima poco a poco, – dice Claire Bloom – una volta chiesi a un tassista di portarmi agli Studi Chaplin e lui disse: che cosa ci fa quel comunista in America?”.
“Fu per questo che mio padre, che mantenne sempre la cittadinanza inglese, decise di lasciare gli Usa e quando, durante l’amministrazione Kennedy, gli chiesero di tornare, rifiutò”.
Finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, il restauro è stato curato dal laboratorio L’Immagine Ritrovata nell’ambito del Progetto Chaplin, ambiziosa operazione che prevede il recupero dell’opera omnia del regista nell’arco di un decennio.
“Chaplin e la famiglia hanno conservato tutti i suoi materiali con molta cura ma con tutti limiti della tecnologia dell’epoca che non contrastava efficacemente il degrado della pellicola – ha spiegato Nicola Mazzanti, direttore de L’Immagine Ritrovata – Così il negativo e la copia su cui abbiamo lavorato erano in condizioni tutt’altro che eccellenti. La colonna sonora originale è andata perduta”.
E, in attesa di Luci della ribalta (proiezione all’aperto in Piazza Maggiore e in caso di pioggia al Teatro Comunale), la Cineteca ha inaugurato oggi la mostra “Chaplin disegnato”, 35 manifesti originali dei suoi film provenienti dalla collezione della Cinémathèque Suisse.
Madrina d’eccezione Claire Bloom, mentre il pittore Silvano Campeggi espone per l’occasione il bozzetto originale del manifesto creato per l’uscita italiana del film. La mostra rimarrà aperta fino al 30 luglio.
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