SANTA MARGHERITA DI PULA (CA) – A soli 17 anni ha scelto come nome d’arte quello di Bo. “A quell’età si è giovani, liberi e anche un po’ sciocchi. Ho provato a darmi dei nomi diversi, come Roberta, Giulia. Poi ho incontrato una persona che mi chiamava così e allora l’ho scelto”. Bo Derek, all’anagrafe Mary Cathleen Collins, è una degli ospiti della settima edizione del Filming Italy Sardegna Festival, diretto da Tiziana Rocca (sono insieme nella foto).
L’attrice statunitense, classe 1956, tra le più belle e desiderate negli anni Settanta e Ottanta, ha iniziato a recitare poco più che ventenne nel film L’orca assassina di Michael Anderson. Ma il ruolo che l’ha consacrata a sex symbol è stato nel 1979 10 di Blake Edwards, dove impersonava i panni della femme fatale Jenny. Poi due anni dopo è arrivato Tarzan, l’uomo scimmia in cui ha interpretato Jane. Nel 1984 arriva l’avventuroso, dalle tinte erotiche, Bolero Extasy.
Derek ha lavorato anche in Italia, Paese che l’ha molto amata e dove dice di aver “trovato sempre un senso di tranquillità”. Nel 1992 è stata diretta da Carlo Vanzina in Sognando la California.”Lo adoravo. Ci siamo sentiti per un po’ anche dopo le riprese di quel film”, dice, ricordando con affetto il regista scomparso sei anni fa. L’attrice avrebbe potuto lavorare anche con un altro regista (e attore) italiano: Roberto Benigni. “È stato uno dei miei rimpianti più grandi. All’inizio degli anni Ottanta mi chiamò per fare un film con lui. Ma io ero impegnata già su un altro set e gli dissi di no. La commedia era un genere che mi piaceva molto. Ma a volte i tempi non coincidono. E in quel caso andò così”.
L’attrice, nella sua carriera, è stata protagonista al cinema di scene sensuali e conturbanti. Ma c’è stato un momento in cui sul set si è più sentita in imbarazzo? “Capitava sempre – confessa – In nessuna scena ero a mio agio e allora non esisteva neppure la figura dell’intimacy coordinator. Quando ho fatto Tarzan è stato strano anche essere circondata da animali e baciare sulla bocca un uomo di fronte a un orangotango”. Pensando proprio ai ruoli per le donne oggi sul grande e piccolo schermo, Derek vede, però, un cambiamento rispetto al passato: “La situazione è cambiata drasticamente, in meglio – afferma – Nel 1979, quando ho iniziato a recitare, a Hollywood c’erano tre grandi Studios e se eri carina rientravi in una categoria che non coincideva per forza con l’essere brava. Ma a me questo non interessava molto, perché non ero molto ambiziosa. Oggi con lo streaming puoi lavorare a progetti sempre più variegati e questo ha portato anche a un aumento dei ruoli per le donne e delle aspettative per i ruoli femminili. Oggi le attrici hanno acquisito anche più diritti, rispetto a quando ho iniziato io”.
Tra i suoi colleghi, la star americana ricorda volentieri il lavoro con Richard Harris, Anthony Hopkins, Anthony Quinn, Jon Voight e James Caan. Di Shirley MacLaine, racconta, invece: “Quando l’ho conosciuta, lei era una vera attrice, mentre io mi sentivo inferiore a lei, una specie di impostore. Allora ho iniziato a farle tanti regali per conquistare la sua fiducia e alla fine siamo diventate amiche”.
Ripensando alla sua adolescenza, Derek dice di essere stata “una teenager come le altre. La tipica californiana che andava a scuola e al mare. Avevo molti amici, la mia era una famiglia normale della classe media, con due sorelle e un fratello”. Mentre riflettendo sul tempo che passa, confessa: “Invecchiare è stato uno shock, ma poi ho fatto pace con questo. Nessuno può sfuggire al tempo e all’età”.
Oggi Derek vive ia una fattoria con molti animali e ama molto i cavalli. Si occupa principalmente anche della conservazione degli oceani. “Facendo l’attrice mi sono conquistata una grande popolarità che adesso mi serve per farmi ascoltare quando voglio promuovere tematiche in cui credo”.
I due recitano insieme nella commedia 30 anni (di meno), presentata al Filming Italy Sardegna Festival. Saranno insieme anche in E se mio padre, sulla storia della loro famiglia allargata
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