I dodici team selezionati, tra i 206 che hanno inoltrato domanda di partecipazione per la quinta edizione di Biennale College Cinema, hanno presentato i loro progetti al termine del primo workshop, tenutosi a Venezia. Si tratta di team, composti da un regista e un produttore, provenienti da Australia, Corea del Sud, Danimarca, Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Libano, Norvegia, Nuova Zelanda, Olanda e Stati Uniti. A seguito di questa presentazione, solo tre team saranno invitati a due ulteriori workshop, sempre a Venezia, dal 2 al 5 dicembre e dal 9 al 13 gennaio, per poi dare il via alla produzione dei film, opere prime o seconde, che avranno il supporto di 150.000 euro e saranno presentati alla 74. Mostra del Cinema di Venezia.
Tra i 12 progetti troviamo tre italiani. Film di confine di Giorgio Ferrero (regista) e Federico Biasin (produttore), è un documentario sugli oggetti e sui suoni del mondo contemporaneo. Gli oggetti di cui pensiamo di aver bisogno ogni giorno, iniziano e finiscono il loro viaggio all’interno di luoghi industriali e scientifici spettrali. Il film descrive quattro di questi luoghi remoti, dove uomini “di confine” lavorano in completo isolamento. Lala di Ludovica Fales (regista) e Igor Princic (produttore) è la storia di una ragazza madre senza documenti, che deve affrontare la minaccia di dover dare in adozione il figlio. Ma combatte invano le autorità in una battaglia impari. Impossibilitata ad assicurare al figlio un futuro migliore, partirà per un’odissea con un gruppo di migranti e con una nuova identità, trasformando così la sua esistenza. Mirny Mining Town (Italia / Germania) di Saverio Pesapane (regista), Costanza Julia Bani (produttore) e Fabian Martin Diering (produttore) narra di Boris, giovane ragazzo di origini russe e jakuti, che sta per lasciare il suo paese natale Mirny, cittadina nel mezzo della Siberia costruita attorno a uno dei più grandi scavi realizzati al mondo. Boris deve così affrontare un’esperienza che gli cambierà la vita e che lo condurrà verso un percorso che mai si sarebbe aspettato.
“La prima novità di quest’anno – ha detto il presidente della Biennale, Paolo Baratta – è che questa presentazione avviene nel bel mezzo della Biennale Musica, dove Biennale College è al lavoro. Poi, oltre ad aver aperto il gruppo di assistenti ad altre figure molto qualificate provenienti da vari posti del mondo, una novità, non programmata, è il fatto che, tra i dodici progetti selezionati, la metà vedono protagonisti registi donne, cosa che ci fa molto piacere”. Biennale College è un’iniziativa della Biennale di Venezia che promuove nuovi talenti, offrendo loro di operare a contatto di maestri per la realizzazione di lungometraggi a micro budget.”L’investimento sui giovani nel caso del cinema – ha aggiunto Baratta – è stato particolarmente efficace, proprio perché, anche al di là delle nostre speranze, i film prodotti sono diventati famosi nel mondo. Adesso vorremmo magari che anche l’Italia si accorgesse un po’ di più di come Biennale College sia una realtà unica nel mondo, come avvenuto a Los Angeles, e usasse questo modello per rigenerarsi nel campo del cinema e non solo”. “Biennale College – ha sottolineato il direttore Alberto Barbera – è diventata una parte molto importante della Mostra e i risultati dei primi quattro anni sono stati più esaltanti di quanto potessimo pensare. E anche quest’anno, dai team, ho avuto dei feedback veramente positivi: il desiderio, ovviamente, è che anche i nuovi film abbiano lo stesso successo dei precedenti”
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