Berlino, ancora G8 col doc “The Summit”


Selezione record per la 62° Berlinale (9-19 febbraio) con ben 400 titoli nelle varie sezioni. Già quasi tutti annunciati nei giorni scorsi i film del concorso: l’unico mancante, il 18°, è il cinese Terra del cervo bianco, basato sul romanzo di Chen Zhonghsi, tra i più controversi della Cina contemporanea, e diretto da Wang Quan’an che aveva vinto l’Orso d’oro, proprio qui a Berlino, con Il matrimonio di Tuya nel 2007. Tutti i diciotto titoli in concorso sono prime mondiali.

 

L’Italia è in gara con Cesare deve morire dei fratelli Taviani, mentre in Panorama Special troviamo l’atteso – e pare ultraviolento – Diaz – Don’t Clean Up This Blood di Daniele Vicari, ma la tematica del G8 è raddoppiata in Panorama Dokumente con il lavoro di Franco Fracassi e Massimo Lauria, The Summit, in cui vengono ricostruiti gli scontri di Genova 2001, senza risparmiare scene e situazioni di efferata violenza. “Il documentario intende spiegare le speranze di chi allora protestava, il meccanismo che ha provocato una indiscriminata violenza da parte della polizia come di alcuni dei manifestanti, insieme ovviamente agli interessi politici internazionali in gioco durante questa manifestazione”, come spiegano i due giornalisti-registi, presenti ai fatti e testimoni privilegiati di quello che veramente accadde in quelle ore. Il filmato è frutto del lavoro di oltre cinquanta persone, più di un centinaio di intervistati e migliaia di pagine di documenti filmati raccolti in oltre cento ore di registrazioni audio e video. Un viaggio che inizia dal World Trade Organization a Seattle e arriva al G8 genovese, passando per i summit di Nizza, Praga, Napoli e Gothenburg. Tra gli intervistati, a parte centinaia di dimostranti e giornalisti, Don Andrea Gallo, Vittorio Agnoletto, Claudio Giardullo, sindacalista Cgil della polizia, Sergio Finardi, un esperto di tattiche di guerra, il generale Fabio Mini, Vincent Singers, ex comandante del 7° nucleo e l’avvocato Dario Rossi

 

Sulla presenza di film italiani così duri alla Berlinale, il direttore Dieter Kosslick commenta: “I film che prendiamo li fanno gli italiani, noi li abbiamo solo scelti. Nel caso di The Summit le scene erano così violente che eravamo perplessi: c’è davvero da girare le sguardo altrove. Ma poi abbiamo deciso di metterle integralmente. Non è solo una storia italiana”. E più in generale il direttore aggiunge: “Il mondo è, ancora una volta, in rivolta, molte pellicole di questa 62° edizione saranno lì a mostrarlo. Per esempio il film d’apertura Les adieux à la reine di Benoit Jacquot, che dimostra come il cinema storico non sia solo corsetti e costumi, ma umanità nella sua massima espressione”. 
 

A Berlino non mancheranno le star. A partire da Angelina Jolie che presenta il suo debutto alla regia nella sezione Berlinale Specials, dal titolo In the Land of Blood and Honey. Meryl Streep arriva per ritirare l’Orso d’Oro alla carriera. Ci saranno Robert Pattinson, Uma Thurman e Christina Ricci per Bel Ami di Declan Donnellan fuori concorso. Atteso anche il lungometrggio di Stephen Daldry Extremly Loud and Incredibly Close, con Thomas Horn, Tom Hanks e Sandra Bullock, sull’11 settembre visto con gli occhi di un bambino. Presiede la giuria Mike Leigh, affiancato da Anton Corbijn, Asghar Farhadi, Charlotte Gainsbourg, Jake Gyllenhaal, Francois Ozon, Boualem Sansal e Barbara Sukowa. La Shooting Star italiana è Isabella Ragonese. Per il centenario di Babelsberg, i teatri di posa alle porte di Berlino che sono i più antichi del mondo, è prevista la rassegna “Studio Babelsberg 1912-2012”.

autore
31 Gennaio 2012

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