Bergamo Film Meeting con le registe Aida Begić e Teresa Villaverde

Le due cineaste, bosniaca e portoghese, sono le protagoniste con l’inglese Andrea Arnold e l’ungherese Ágnes Kocsis, del festival in programma dal 7 al 15 marzo


La 33a edizione di Bergamo Film Meetingdal 7 al 15 marzo, avrà un prologo il 6 marzo al Teatro Sociale di Bergamo , in collaborazione con l’Accademia Carrara che riaprirà a breve, con l’anteprima di National Gallery di Robert Wiseman, ultima opera del maestro documentarista che ritrae uno dei centri della cultura mondiale e presentata a Cannes 2014. Accanto alla competizione internazionale con 7 lungometraggi, inediti in Italia, che si caratterizzano per l’originalità linguistica e narrativa con cui affrontano i temi della contemporaneità, il Festival propone Visti da vicino, 16 documentari tra i quali Il gesto delle mani di Francesco Clerici. In scena lo scultore Velasco Vitali che modella con la cera un cane accucciato che diventerà una statua bronzea. La telecamera segue passo a passo tutte le fasi della lavorazione: nessun commento fuori campo disturba il pacato svolgersi delle attività.

Ben quattro le registe protagoniste della sezione Europa: femminile singolare: l’inglese Andrea Arnold, la portoghese Teresa Villaverde, la bosniaca Aida Begić e l’ungherese Ágnes Kocsis, tutte ospiti del Festival tranne la Arnold.
Alla Francia è dedicata la retrospettiva di quest’anno, che consiste in una ricognizione del polar tra l’inizio degli anni ’40 e i primi anni ’60. L’altra retrospettiva ha per titolo Dopo la prova: schermi e palcoscenico e riguarda film che mettono al centro della vicenda il lavoro della messa in scena, con tutte le implicazioni e gli effetti che ne derivano per quanto riguarda la struttura del film stesso, le relazioni tra i personaggi, le opportunità linguistiche e narrative, l’utilizzo dei testi letterari e delle risorse drammaturgiche.

Protagonista deI cinema d’animazione è l’opera completa del ceco Pavel Koutský, inventore di una tecnica particolare e autore dallo spirito critico e caustico con cui mette a nudo i meccanismi del potere. Pavel ha messo a disposizione anche molti disegni originali che sono esposti per circa un mese nella sala alla Porta di S. Agostino.
La collaborazione con Bergamo Jazz prevede il doppio appuntamento del pomeriggio di domenica 15 marzo che sarà infatti con Eva di Joseph Losey (1962) – colonna sonora composta da Michel Legrand e interpretata, fra gli altri, da Billie Holiday e Tony Middleton – e la sonorizzazione dal vivo di La bambola di carne (1919) di Ernst Lubitsch, ad opera del duo formato dal clarinettista Mosè Chiavoni e dal fisarmonicista Luciano Biondini.
L’omaggio all’Accademia Carrara prosegue durante il festival con la riscoperta di una serie televisiva di culto degli anni ’60: Belfagor, il fantasma del Louvre.

In cartellone anche due programmi speciali: Films from the North, che si spinge verso i confini estremi dell’Europa del Nord, nella regione del Barents, con una selezione di corti documentari scelti in collaborazione con Tromsø International Film Festival. Un vero e proprio viaggio tra le tradizioni Sámi, i cacciatori dell’Oceano Artico e la cultura careliana. E The Best of CILECT Prize in doc, uno sguardo sul meglio della produzione documentaria delle scuole di cinema europee.
Tre i titoli della sezione Anteprime: Una nuova amica di François Ozon, A spasso con Alberto Signetto di Marilena Moretti e The Green Prince – Il figlio di Hamas di Nadav Schirman (Germania/Israele/Gran Bretagna 2014).
Quest’ultimo film è un thriller-documentario attualissimo sul mondo del terrorismo e dello spionaggio in Medio Oriente, premio del Pubblico Best Documentary World Cinema al Sundance Film Festival 2014. Narra la vera storia di Mosab Hassan Yousef, figlio maggiore dello sceicco Hassan Yousef, uno dei membri fondatori di Hamas, che fu reclutato dallo Shin Bet (l’agenzia di sicurezza interna di Israele) e, con il nome in codice “Green Prince”, spiò l’elite di Hamas per oltre un decennio. Basato su ‘Son of Hamas’, best-seller autobiografico di Mosab Hassan Yousef, il film ci trasporta in un complesso mondo di paura, tradimenti, manipolazioni e scelte impossibili.

autore
25 Febbraio 2015

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