Bellocchio: ciak il 30 gennaio in attesa del contributo

Marco Bellocchio inizerà lunedì 30 gennaio a Udine le riprese di Bella addormentata, il film ispirato alla vicenda di Eluana Englaro, la donna vissuta in coma vegetativo per 17 anni e morta il 9 febbraio 2009. Il film, scritto dal regista insieme a Veronica Raimo e Stefano Rulli, ha come interpreti Alba Rohrwacher, Toni Servillo, Michele Riondino e Pier Giorgio Bellocchio sono i protagonisti.

Produce Cattleya che ha presentato nei giorni scorsi alla Film Commission del Friuli Venezia Giulia la richiesta di massimo contributo, pari a 150 mila euro.

A fine dicembre il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia aveva approvato un ordine del giorno dell’Udc che impegnava la Giunta regionale a non finanziare la produzione.

Qualche giorno fa Bellocchio al quotidiano di Piacenza ‘La Libertà’, ha dichiarato: “Il consiglio regionale del Friuli ha detto no al finanziamento e senza avere neppure un copione, è stato un no preventivo pensando che fosse un film pro eutanasia e anti-cattolico. Non è così e non è neanche un film su Eluana Englaro ma un’opera di fantasia che sullo sfondo del dramma di Eluana racconta storie diverse, ispirate in diverso modo alla sua”.

“Questo film – spiega all’Ansa il produttore Riccardo Tozzi – è una bellissima meditazione sulla vita e la morte, una fonte d’ispirazione verso la vita e chi ne ha parlato male lo ha fatto per pura ignoranza o per prevenzione. E’ stato interpretato del tutto a sproposito come un film a sostegno dell’eutanasia. C’è un grande amore per la vita e tutte le tre storie di fantasia che compongono il film sono a sottolineare l’importanza dell’amore per la vita. Ci sono dei documenti di repertorio e si vede anche Beppino Englaro, cui Bellocchio ha chiesto l’autorizzazione. E ci sono anche scene che si svolgono davanti la clinica: questo è quanto riguarda Eluana, il resto – prosegue Tozzi – sono storie immaginarie ed estreme. Ad esempio c’è una vicenda, in qualche modo principale, di un medico che cerca disperatamente di impedire che una ragazza tossicodipendente si suicidi. La lotta è non per aiutare a morire ma per aiutare a vivere”.