Dal 16 aprile al 7 maggio il Museum of Modern Art di New York programma diciotto dei film più importanti della filmografia di uno dei nostri maestri, Marco Bellocchio. Da I pugni in tasca fino a Bella addormentata (che sarà distribuito nelle sale statunitensi dal 6 giugno, grazie al progetto ‘Cinema made in Italy’ targato Istituto Luce ed Emerging Pictures), passando per Il Principe di Homburg, Vacanze in Val Trebbia e Gli occhi, la bocca (questi ultimi due restaurati da Luce-Cinecittà con la Ripley’s Film). Un’occasione unica per il pubblico della Grande Mela di rivivere in 35mm alcuni momenti fondanti della nostra storia patria e cinematografica.
“Certamente è un grande onore e una grande soddisfazione questa retrospettiva così completa, in un contesto importante come il MoMA. Spero più che altro che i film saranno visti dal maggior numero di persone possibile e che piacciano”, ha dichiarato il regista al pranzo di presentazione dell’evento, dove l’hanno accompagnato Maya Sansa, Piergiorgio Bellocchio e Francesca Calvelli. Accanto a lui anche alla presentazione de Il regista di matrimoni, apertura ufficiale di ‘Marco Bellocchio. A Retrospective’ che ha riservato una divertente sorpresa anche per lo stesso regista: la proiezione di due brevi video dei Provini d’ammissione al Centro Sperimentale di Cinematografia nei quali il regista (per altro presentato come ‘Bellocchi’), allora ventenne, duetta con una compagna di corso e recita una vecchia barzelletta.
“Vedersi da ragazzi è una emozione molto grande. Meglio non contare gli anni che sono passati… – ha commentato Bellocchio – ma sono emozionato anche di essere qui, in questo tempio dell’arte mondiale, per questa retrospettiva che io non ho promosso e per la quale devo ringraziare il Moma e Luce-Cinecittà, che hanno voluto prepararla in modo così eccellente”. Con loro anche Sergio Toffetti, curatore del libro ‘Morality and Beauty. Morale e Bellezza’ pubblicato da Luce-Cinecittà e CSC al centro dell’incontro all’Istituto italiano di Cultura di New York. Uno sguardo unico sul regista, attraverso le sue proprie confidenze e le testimonianze dei tanti ospiti (Agosti, Rulli, Castellitto, Ciprì…) e ‘fratelli minori’ (Amelio, Archibugi, Luchetti, Giordana…).
“E’ molto bello, e poi mi fa fare una bella figura”, ha ringraziato Bellocchio, al quale si sono uniti il figlio Piergiorgio (“un lavoro estremamente affascinante e profondo, a testimonianza che il cinema nella nostra famiglia è stato un vero collante”) e un inatteso ospite, Walter Veltroni (“Marco Bellocchio è una delle persone a cui questo Paese ha ragione di essere grato, e se siamo qui a celebrarlo al MoMA di New York è perché, evidentemente, questo talento, questa cultura e la grazia personale che si ritrova nei suoi film sono diventati parte della storia del cinema”).
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