Il regista ungherese Béla Tarr, maestro del cinema contemporaneo, sarà l’ospite d’onore della settima edizione de L’immagine e la parola (15-17 marzo) a Locarno, dove si terrà anche il suo workshop rivolto a dieci giovani cineasti. L’indagine del rapporto tra parola scritta e immagine in movimento, al cuore della manifestazione primaverile del Festival, prosegue con l’invito a uno dei più importanti cineasti internazionali, che si è confrontato più volte con il lavoro di sofisticati scrittori contemporanei, noti autori della letteratura e ardite reinterpretazioni filosofiche.
Attorno alla presenza dell’autore ungherese, che proprio al Locarno Festival mostrò i suoi primi film negli anni ’80, ruoterà il programma dell’evento con un weekend di proiezioni, incontri e letture volti ad approfondire l’universo del cineasta. Locarno è stata scelta dal regista come location ideale, dove svolgere uno dei suoi rinomati workshop: nei giorni successivi alla manifestazione, dieci ragazzi, scelti tramite un bando internazionale, risiederanno per due settimane nella cittadina svizzera per ideare, scrivere, realizzare e montare insieme a Tarr il proprio cortometraggio.
Il tema “Mountains – Loneliness – Desire” suggerisce una reinterpretazione delle montagne della regione, suggestivo scenario offerto dal territorio locarnese come set cinematografico dei cortometraggi. Il progetto, che è sviluppato grazie al partenariato tra il Locarno Festival e il CISA – Conservatorio Internazionale di Scienze Audiovisive, con il sostegno della Ticino Film Commission ed Enjoy Arena SA, realizzerà un film a episodi che sarà programmato alla 72esima edizione del Locarno Festival in agosto.
Lili Hinstin, direttrice artistica del Locarno Festival, ha dichiarato: “Béla Tarr ha rivoluzionato il cinema contemporaneo e i suoi film sono come potlatches, doni che inducono gli altri a dare di più, continuando a ispirare giovani cineasti di tutto il mondo. La temporalità radicale di Tarr non è solo una via di sperimentazione formale nell’arte cinematografica, ma anche la forma stessa del rapporto tra l’uomo – il regista e i suoi personaggi – e la storia contemporanea, in particolare quella post-comunista”.
Béla Tarr (nato a Pécs nel 1955) è uno dei maestri del cinema contemporaneo, i cui film hanno ottenuto un plauso internazionale e suscitato l’interesse di grandi pensatori. Ha iniziato alla fine degli anni ’70 con un’estetica più vicina al realismo (in concorso a Locarno Festival con Rapporti prefabbricati, 1982 e Almanacco d’autunno, 1984, per poi prenderne le distanze nei capolavori della maturità, Le armonie di Werckmeister, 2000 Il cavallo di Torino, 2011, che ha ottenuto l’Orso d’argento, Gran Premio della giuria alla Berlinale. Da alcuni anni si è ritirato dalla sua attività di regista e si dedica esclusivamente alla didattica, seguendo giovani cineasti.
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