BERLINO – La notizia è che Robert Pattinson si è rasato il cranio (ma neanche lui sa perché) o forse che la saga di Twilight non è arrivata al capolinea ed Edward Cullen potrebbe proseguire la sua carriera di vampiro, anche se ormai il bel Robert è un po’ troppo vecchio con i suoi 25 anni… O forse la notizia è che il giovane attore britannico idolatrato da schiere di adolescenti in tutto il mondo, Thailandia compresa, è al Festival di Berlino, atteso da folle urlanti al suo passaggio, con un film serio, tratto dal celeberrimo romanzo di Guy de Maupassant (1885).
Prodotto dall’italiano Uberto Pasolini (artefice di un grande successo come The Full Monty) con la partecipazione di Rai Cinema, Bel Ami riporta per l’ennesima volta sullo schermo – la prima fu nel ’19 con la regia di Augusto Genina – il fascinoso e respingente personaggio di Georges Duroy, giovane provinciale povero in canna che, reduce da due anni di ferma in Algeria, approda a Parigi animato da un’ambizione smodata. Non è troppo intelligente, per niente colto, non sa neanche tenere in mano la forchetta giusta, ma è bello e seducente, oltre che fortunato, e capisce ben presto che le donne in quell’ambiente fatto di salotti e adulteri, sono la vera chiave del potere. “Sente – come dice Pattinson – di avere diritto alla ricchezza nonostante i suoi poveri natali”.
Eccolo dunque amante di donne sposate a politici, editori e giornalisti. Ed ecco le eroine del film. Uma Thurman è la spregiudicata e libera Madeleine, che fa decollare la sua carriera di giornalista scrivendo gli articoli che il foglio fazioso “La Vie Francaise” usa per le sue campagne e che lui sposerà non appena rimasta vedova. Christina Ricci è la dolce Clotilde, quella che meglio arriverà a comprendere Georges e amarlo nonostante tutto. Per l’attrice americana numerose scene di amplessi con Pattinson che, ha dichiarato, bacia benissimo. Infine Kristin Scott Thomas, la sprovveduta sentimentalmente Madame Rousset, pronta a comprare il suo amore a suon di biglietti di banca spiando le speculazioni finanziarie del marito per favorire l’amante. “E’ un mondo corrotto retto da un governo corrotto, sostenuto da media corrotti, che tenta di conquistare un paese arabo apparentemente per motivi nobili ma in realtà per arraffare le sue ricchezze… Vi ricorda qualcosa?”, dice Declan Donnellan, uno dei due registi con Nick Ormerod (esordienti ultracinquantenni, vengono entrambi dal teatro, il secondo è essenzialmente uno scenografo). Insiste Donnellan: “Mi interessa la Parigi di oggi, non quella di ieri. C’è un forte legame con l’attualità e attraverso questo romanzo si possono dire cose molto sottili, del resto quando Uberto Pasolini ci ha proposto il film, stavo pensando a una versione di Bel Ami per il palcoscenico”.
L’altra cosa particolarmente moderna, secondo i due registi, è mostrare come qualcuno possa arrivare al successo senza avere alcun particolare talento: “La sua unica dote è la sfrenata voglia di arrivare. Immerso dentro un ambiente di squali diventa uno squalo anche lui”. Pattinson paragona giustamente questo tipo popolarità a quella di una star da reality show. “Georges Duroy cerca di guadagnare denaro senza fare molto. Quando ho letto sceneggiatura di Rachel Bennette, ero ancora più giovane, forse meno maturo, ma mi ha colpito il fatto che erano gli altri a dare energia al personaggio, a portarlo su. Anch’io all’inizio ero un po’ così, avevo bisogno di qualcuno che mi ispirasse”. Magari la sua popolarità spingerà qualche fan di Twilight a leggere il romanzo di Maupassant. “Beh, non so se Bel Ami riuscirà ad arrivare a quel tipo di pubblico, ma sicuramente i giovani avrebbero molto da imparare da questo film”, dice ancora Pattinson. Che descrive Georges come “un uomo molto sensibile ma anche molto egoista che non può accettare il successo degli altri”. Suo prossimo impegno, in attesa di notizie certe su Twilight, Cosmopolis di David Cronenberg dove avrà un ruolo originariamente destinato a Colin Farrell.
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