Un’immaginaria folla in delirio che aspetta solo il suo goal: è uno dei tanti sogni ad occhi aperti del 14enne (interpretato da Marco Todisco) alla ricerca della felicità in un’Italia sempre più triste e rassegnata, protagonista di Banana, la commedia opera prima di Andrea Jublin (candidato all’Oscar nel 2008 per il suo corto Il supplente), in arrivo domani in una trentina di copie con Good Films. Nel cast, fra gli altri, anche Anna Bonaiuto, Camilla Filippi, Giorgio Colangeli, Gianfelice Imparato, Giselda Volodi e Beatrice Modica. ‘”ll film parla della necessità del ragazzino di non vedere sprecata la propria vita. E se la quasi totalità dei personaggi di questa storia si comporta come chi sa che nella vita non vale la pena soffrire, per lui è diverso”, spiega il regista nelle note di produzione. Infatti Giovanni, soprannominato Banana (per quel piede detto ‘a banana’ con cui i tiri al pallone gli vanno sempre fuori controllo) 14enne sognatore un po’ imbranato e sovrappeso, come un piccolo Don Chisciotte vuole continuare a credere nella possibilità di essere felice, proprio come quei brasiliani che ammira per il loro calcio (va sempre in giro con la maglia della nazionale verdeoro), e per la filosofia di vita. Peccato, però, che pochi lo capiscano. A cominciare dai suoi compagni di squadra, che l’hanno relegato in porta o i genitori, troppo presi dai loro problemi. La persona che gli è più vicino è Emma (Filippi), sua sorella, laureata in archeologia, reduce da una relazione con un uomo difficile, Gianni (Jublin), e scoraggiata dal non riuscire a trovare un lavoro. Banana cerca comunque di proteggere il suo piccolo mondo di sogni, non perdendo Jessica (Modica), compagna di classe di cui è innamorato, bella e un po’ coatta, molto più interessata ai ragazzi che a studiare, e quindi a rischio bocciatura. Il ragazzino decide di aiutarla a prendere un bel voto almeno nell’unica materia in cui anche lui va bene, l’italiano, con la feroce professoressa Colonna (Anna Bonaiuto), che di cose belle nel mondo sembra proprio non riuscire più a vederne. ”Qui gli adulti non riescono a essere quello che vorrebbero – spiega Jublin -. Così Banana deve diventare grande da solo”. Infatti ”per quanto tenero, ridicolo e buffo ha la statura di un piccolo eroe. Perché, non è forse un atto eroico voler credere che si possa vivere di cose belle, pulite, grandi e semplici?”.
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