BERLINO – Qualche applauso, qualche vocìo di protesta, qualche decina di persone che hanno abbandonato la sala in largo anticipo sulla fine della proiezione. L’attesissimo nuovo film di Terrence Malick Knight of Cups – presentato oggi in concorso alla Berlinale e dal 9 novembre nelle sale italiane con Adler Entertainment– ha suscitato le reazioni più diverse, contribuendo ad allargare il fossato tra chi ama ancora senza riserve il genio che ha realizzato opere come La rabbia giovane e La sottile linea rossa, e chi è ferocemente deluso dagli ultimi suoi lavori.
Il titolo Knight of Cups si riferisce a una carta dei tarocchi (Il cavaliere di coppe), elemento che ricorre e puntella una sorta di flusso di coscienza poggiato sulle meravigliose immagini fotografate da Emmanuel Lubezki e sulla sospirata voce off dei protagonisti, che commentano il pellegrinaggio di Rick alla ricerca disperata e silenziosa di un senso tra festini orgiastici su terrazze lussuose e mucchi di homeless che “inquinano” le strade della sfavillante Los Angeles, cartelloni pubblicitari giganti e conflitti familiari, set fotografici superglamour e separazioni dolorose, modelle inquiete e solitudini scenografiche. “Knight of Cups racconta di un uomo che ha realizzato i suoi sogni – spiega subito il protagonista Christian Bale, che nel film non pronuncia una sola battuta di dialogo – ma sente un grande vuoto. È uno che viene invitato nei posti giusti dalla gente giusta, ma non ha trovato la sua strada”. Come il giovane principe della favola che gli leggeva suo padre da bambino: mandato in Egitto a cercare una perla, una volta lì dimentica la perla e cade in un sonno profondo.
Tra le amicizie e le conoscenze di Rick, che si aggira accigliato e confuso tra stupendi paesaggi naturali e squallidi paesaggi umani (in molti hanno già azzardato paragoni con La grande bellezza), ci sono la ex moglie Cate Blanchett, i fugaci amori Freida Pinto e Imogen Poots, il re dei party Antonio Banderas, il padre Brian Dennehy, il fratello Wes Bentley. Si intravede anche, per pochi secondi, un Ryan O’Neal quasi irriconoscibile. “Rick compie il suo viaggio in una Los Angeles suggestiva, ma che potrebbe essere qualunque altra città, perché il senso del racconto è universale: cercare qualcosa senza sapere cosa, andare avanti tra errori, inciampi, scelte giuste e sbagliate, trovare la spiritualità dove non ci si aspetterebbe muovendosi intorno al grande vuoto che si sente. In tutto ciò, le donne sono la primaria fonte di vita di Rick”.
Ad accompagnare il film al festival – come prevedibile vista la sua fama di autore incredibilmente riservato – Malick non c’era, eppure qualche giornalista molto distratto ha rivolto “al regista” delle domande in conferenza stampa, suscitando l’ilarità generale. Il compito di illustrare il viaggio esistenziale di Rick, membro di successo della frivola comunità hollywoodiana, è stato perciò lasciato a Christian Bale e Natalie Portman, una delle tante bellissime donne con cui Rick cerca di colmare il suo vuoto. Il suo personaggio attraversa la storia per solo dieci minuti, verso la fine del film: “È stata un’esperienza breve ma molto intensa – spiega l’attrice di V per vendetta – Sono stata sul set solo 4-5 giorni, addirittura ho speso più tempo a registrare la voce off che a recitare davanti la macchina da presa, ma è stato importante anche perché è stato il primo film che ho fatto dopo aver avuto un figlio ed essere stata ferma per due anni. Con il suo straordinario lavoro, Malick ci ricorda che le regole del filmmaking non sono necessarie, che si può trovare la propria via anche accogliendo gli sbagli e gli imprevisti come opportunità, abbracciando l’ignoto”.
“Per lavorare con Terrence Malick – ha spiegato infatti la produttrice Sarah Green – ci vuole fiducia. Bisogna dimenticare la normale pianificazione e organizzazione di un film per supportare una visione fortissima. Soprattutto bisogna essere disposti a perdersi”. Anche l’assoluto protagonista Bale sottolinea più volte il metodo “improvvisato” da Malick per le riprese: “Ogni giorno andavo sul set senza sapere cosa avrei fatto – ha raccontato – Terry ci buttava nella mischia prima che fossimo pronti e aspettava di vedere cosa succedesse”. Il risultato è una successione lirica di frammenti di emozioni e immagini maestose: spiagge accese dal tramonto che osservano la spensieratezza di Rick e della sua compagna del momento; piscine panoramiche che accolgono la decadenza del suo ambiente; deserti sterminati che lo perdono nella solitudine.
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