Babylon Sisters di Gigi Roccati, in sala dal 28 settembre distribuito da Lo scrittoio, è una storia di migrazione, ma anche di arte, danza e musica, incentrata su un gruppo di inquilini – di varia provenienza – di un palazzo in periferia di Trieste. La pellicola ha riscosso riconoscimenti di critica e pubblico nei Festival e nelle rassegne in cui è stato presentato, (tra cui la Festa del Cinema di Roma, London Indian Film Festival, Pune International Film Festival in India) ed è interpretato da Amber Dutta, Nav Ghotra, Lucia Mascino, Peppe Voltarelli e Renato Carpentieri. Racconta la storia di Kamla (Dutta, gia finalista di Italia’s Got Talent), una bambina che da poco si è trasferita con i genitori in un palazzo abitato da altre famiglie e da un vecchio professore burbero.
Quando arriva la lettera di sfratto, tutta la famiglia cerca in ogni modo di non lasciare la propria casa, ma le reazioni sono diverse tra uomini e donne. È il caso di Shanti (Ghotra) che non si infuria e dispera come il marito, ma pensa invece solo a come risolvere il problema. Lei dalla sua ha un dono, quello di saper ballare, proprio come una star di Bollywood, e con l’aiuto di un’amica italiana, progetta una scuola di danza. Questa sarà l’occasione di riscatto personale, familiare e collettivo, mentre la piccola Kamla riuscirà a sciogliere il cuore del professor Leone (Carpentieri) che gli immigrati proprio non li vuole vedere. E, nel frattempo, in città già si parla delle Babylon Sisters!
“Il film è liberamente ispirato al romanzo ‘Amiche per la pelle’ della scrittrice indiana Laila Wadia – spiega il regista, che ha un passato di documentarista (Road to Kabul) – una donna che da trent’anni vive a Trieste. Quando ho incontrato i produttori di Tico Film, Gino e Sarah Pennacchi, loro avevano già sviluppato il soggetto e stavano cercando un regista sceneggiatore. Dopo aver letto il libro ho accettato subito a patto di ricominciare daccapo insieme a loro, e così è nato il film, il cui titolo è ispirato proprio alla sorellanza di un gruppo di donne che si uniscono nella lotta per la casa e finiscono poi per aprire una scuola di ballo in una periferia degradata, diventando una rock band di quartiere. Mi affascinava – conclude – esplorare un’idea di bellezza senza stereotipi. Ho viaggiato molto per i miei documentari, dalla Cina all’Afghanistan, dalla Turchia al Libano, e la cosa bella è che mi sono sempre sentito a casa. E incontrando accoglienza, dignità e ospitalità rare anche dai più poveri. Tutte persone che non chiedevano nulla in cambio. Babylon Sisters anche per questo nasce nello spirito di una storia di donne immigrate che celebrano il valore dell’accoglienza, la forza della multiculturalità e la sfida di una possibile integrazione. In fondo le donne protagoniste di questo film le avevo già incontrate tante volte nei miei viaggi”.
“Non ho detto a nessuno che stavo facendo il film – racconta la piccola attrice Kamla Dutta – anche perché a scuola mi avrebbero preso in giro, come hanno fatto quando ho partecipato a Italia’s got talent, grazie all’iscrizione di mia sorella. Se non fosse per quello oggi non sarei qui. Ma mi vergogno un po’ ad essere stata presa senza nemmeno un casting, a me piace impegnarmi, in questo caso sono stata fortunata”.
Il film si chiude con una splendida coreografia hollywoodiana.
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