“L’anno è il 50 A.C. Tutta la Gallia è occupata dai Romani … Ma proprio tutta? No! Un villaggio popolato da irriducibili Galli è riuscito a resistere all’invasore”. Vi ricorda qualcosa? Sono in pochi a non conoscere le avventure di Asterix, il piccole e forzuto guerriero gallico creato nel 1959 da Albert Uderzo e René Goscinny: «Quando incontrammo François Clauteaux, direttore della rivista Pilote – racconta Uderzo – voleva creare un giornale per i bambini francesi. All’epoca, fatta eccezione per i titoli belga Tintin e Spirou, i giornali erano infarciti di fumetti americani. In un dopo guerra che scontava l’influsso della cultura d’oltreoceano, il suo desiderio era dare ai bambini la possibilità di leggere storie in cui la cultura predominante fosse quella francese».
Il successo fu enorme e di incarnazioni di Asterix ne abbiamo viste moltissime, anche dopo la scomparsa del disegnatore René Goscinny, avvenuta nel 1977: altri fumetti, tanti cartoon spesso programmati dalle nostre emittenti durante il periodo natalizio, e naturalmente i quattro film ‘live action’ con Gérard Depardieu nei panni di Obelix, il fratello grasso di Asterix (nel ruolo del quale si sono alternati tre attori, Christian Clavier, Edouard Baer e Clovis Cornillac.
Ora è la volta di un nuovo esperimento: un film, stavolta in animazione 3D (e stereoscopico nella visione), intitolato Asterix e il regno degli dèi, diretto da Louis Clichy e Alexandre Astier e in uscita il 15 gennaio con Way to Blue. In questo film vediamo Giulio Cesare, esasperato dall’impossibilità di sconfiggere questo piccolo villaggio gallico, cambiare tattica: dato che il suo esercito è incapace di imporsi con la forza, sarà la civiltà romana a sedurre i barbari Galli attraverso la cultura e lo sfarzo. Cesare decide quindi di costruire accanto all’insediamento un lussuoso centro residenziale destinato ai romani: Il Regno degli Dei. I nostri amici Galli riusciranno a resistere al richiamo del denaro e del comfort dell’Impero o diventeranno una semplice attrazione turistica?
“Quando M6 Studio mi ha proposto di curare la sceneggiatura di un grande film d’animazione in 3D – dice Astier – a partire da un albo di Asterix, sono stato da subito estremamente interessato. Infatti, per me, esistono due categorie di albi: le “cronache” che rappresentano la visione degli anni ‘60 di René Goscinny attraverso la visita di un paese straniero, in cui la trama cede un po’ il passo alle gag e allo sguardo parodistico dell’autore; e quelli che si avvicinano maggiormente al mondo del cinema – e che, personalmente, preferisco – in cui ci si imbatte in uno spiccato antagonismo che fa ricorso a un piano potenzialmente in grado di vincere i Galli nonostante la pozione magica. Ne Il Regno degli dei, siamo di fronte a un vero cattivo – ossia, Cesare – la cui strategia è davvero macchiavellica: gli manca davvero poco per annichilire il villaggio di Asterix facendo leva sulla cupidigia e approfittando del tipico temperamento attaccabrighe dei Galli. Sono quindi riuscito a convincere lo studio a lavorare su questo albo che, secondo me, si prestava benissimo al cinema. È un fumetto che ha segnato la mia infanzia: gli albi si trovavano a casa di mia nonna, e io li leggevo e rileggevo quando passavo le vacanze da lei. Mi ha fatto piacere reimmergermi in un ambiente familiare”.
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