Il cinese Wang Xiaoshuai, l’indiano Gautam Ghose e il giapponese Makoto Shinozaki, insieme alla documentarista iraniana Firouzeh Khosrovani, saranno i protagonisti al festival Asiatica di L’Archivio a Oriente, nato in collaborazione con Cinecittà Luce, e che prevede la realizzazione, da parte dei quattro registi, di cortometraggi relativi a particolari momenti storici o questioni sociali dei rispettivi Paesi, sulla base di materiale giornalistico e documentaristico proveniente dall’Archivio storico.
E’ una delle iniziative del festival diretto da Italo Spinelli, che giunge alla dodicesima edizione dal 12 al 22 ottobre negli spazi de La Pelanda presso il Macro di Testaccio. Saranno oltre cinquanta i titoli presentati quest’anno – tutti a ingresso gratuito fino ad esaurimento posti – tra cortometraggi, lungometraggi a soggetto e documentari, provenienti da tutto il continente. In apertura Una separazione del regista iraniano Asghar Farhadi, vincitore dell’Orso d’oro nell’ultima edizione del Festival di Berlino, che verrà distribuito in Italia a fine ottobre dalla Sacher. Il film, che a Berlino ha raccolto anche il premio collettivo per le migliori interpretazioni maschile e femminilie, è ambientato nell’Iran contemporaneo.
Particolare rilievo sarà dato all’India, anche con il film di chiusura Autumn di Aamir Bashir, che offre uno sguardo attento e profondo sul Kashmir, devastato da vent’anni di violenti conflitti. Tra i film in concorso, 11 Flowers, su un’amicizia tra un bambino e un fuggitivo accusato di omicidio negli anni della Rivoluzione Culturale cinese, primo film realizzato nel quadro dell’accordo di coproduzione franco-cinese e firmato dal regista cinese Wang Xiaoshuai; Mushrooms del regista singalese Vimukthi Jayasundara; A Lovely Man, dell’indonesiano Teddy Soeriaatmadja; dalla Corea Late Autumn, ultimo film di Kim Tae-yong e dall’Iran Goodbye di Mohammad Rasoulof e Daughter… Father… Daughter di Panahbarkhoda Rezaee.
Asiatica propone anche un omaggio all’horror d’autore giapponese, nella sezione Kaidan Horror Classic con la proiezione di film di quattro grandi maestri tratti da capolavori della letteratura giapponese. La riflessione sulla Rivoluzione Culturale cinese continua con la proiezione di Under the Hawthorn Tree di Zhang Yimou.
Quest’anno ospite d’onore sul versante culturale sarà Sudhir Kakar, uno dei più noti scrittori, psicanalisti e saggisti indiani, che presenterà una rilettura delle opere pittoriche del grande intellettuale indiano e Premio Nobel per la Letteratura Rabindranath Tagore.
Partendo dalla constatazione che le differenze di genere continuano ad essere una delle principali e più profonde fonti di disuguaglianza sociale, culturale ed economica in molte zone dell’Asia, Asiatica offrirà uno spazio di riflessione per comprendere le origini di tale discriminazione.
Ne discuteranno l’iraniana Shirin Ebadi, Premio Nobel per la Pace nel 2003, e Namrata Bali, direttrice di SEWA (Self Employed Women’s Association), il più grande sindacato indiano a difesa dei diritti delle donne lavoratrici.
Per il terzo anno consecutivo, Asia di Carta, l’iniziativa rivolta a valorizzare l’editoria italiana sull’Asia con la presentazione dei libri più recenti di autori asiatici e occidentali, farà scoprire a Roma il mondo della Graphic Novel indiana, con l’autore Sarnath Banerjee. Sarà anche presentato in anteprima l’ultimo romanzo di Sudhir Kakar, Il Trono Cremisi (in uscita a ottobre per Neri Pozza). A 35 anni dalla realizzazione del documentario Intervista Persiana, in collaborazione con il Fondo Moravia, Asiatica rende omaggio ad Alberto Moravia nel suo viaggio in Persia.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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