Artù e i suoi Cavalieri: dodicenni, leader del futuro

Il ragazzo che diventerà re: la leggenda di Re Artù trasposta ai giorni nostri e con un gruppo di teenagers nel ruolo dei mitici Cavalieri della Tavola Rotonda


Leggenda racconta che solo il vero erede di Uther Pendragon, padre di Re Artù, sarebbe riuscito a estrarre la famosa spada Excalibur dalla roccia: la mitica strega Morgana, certa di riuscire nell’impresa, per secoli – e fino ai giorni nostri – mette in pratica la propria magia nera a tale fine.

I titoli di testa del film, anche prologo de Il ragazzo che diventerà Re, diretto da Joe Cornis, sono un’animazione mossa dalle pagine di un libro, I cavalieri della Tavola Rotonda, riposto dentro una scatola nella soffitta della casa britannica di Alex (Louis Ashbourne Serkis), un ragazzino dodicenne che vive con la mamma. Appena arriva a scuola si ritrova a dover difendere un compagno indiano, Bedders (Dean Chaumoo), dal bullismo messo in pratica da parte di una compagna nera e di un altro coetaneo “albino”, ovviamente un’opposizione cromatica voluta, metafora di qualcosa di estremo, in questo caso di cattiveria, naturalmente. Alex sembra disincantato dal realismo della malvagità del mondo, Bedders invece crede in un’amicizia magica. 

Quella magia, in effetti, sembra esistere: una sera di luna piena la coppia di bulli insegue Alex, che scappando finisce per caso in un terreno abbandonato, dove però c’è una roccia, lì dentro conficcata una spada, che lui con facilità riesce ad estrarre. Mostra l’arma solo a Bedders, che, da un facile consulto online, traduce la frase in latino incisa sopra: “…figlio di Artù”. Oltre a questo, interpretano anche un’indicazione geografica: “Tintagel”, il luogo natìo di Artù. 

Il film, dalle megalitiche pietre del sito archeologico di Stonehenge, entra nel vivo tra il fantastico e il reale: un vivace ragazzino nudo, Mertin, compare dalle pietre ed entra in un negozio parlando di transustanziazione e domandando polvere di insetti e cose simili; viene fermato dalla polizia ma infine approda come allievo alla scuola di Alex. È durante una lezione di scienze, in cui si parla di eclissi, che Mertin scopre ce ne sarà una di lì a pochi giorni, notizia che lo porta a “delirare” davanti a tutti parlando di incontro di Regni e di Excalibur, perché sarà quello il momento in cui Morgana tenterà di entrare nel mondo dei vivi. Bedders non crede che l’arrivo di questo curioso compagno sia un caso, Alex invece sfugge alla cosa, eppure strani accadimenti invadono la sua casa, tra cui la scomparsa “momentanea” della mamma e l’invasione della sua stanza da parte di un uomo di fuoco che annuncia la morte del Re: è qui che Alex impugna la spada portata con sé da quella sera dopo averla estratta dalla roccia e viene incitato da Mertin a procedere. Si fa palese che Mertin sia “la guida”: Mertin è Merlino, in panni da teenager, che il giovane attore Angus Imrie interpreta in maniera strabiliante, donando al personaggio una difficile ma efficace personalità sopra le righe, tanto da restituirci un credibilissimo mini-Merlino fuori dal tempo, dentro il suo ruolo senza tempo. 

È un film epico nel senso classico del termine, eppure calato perfettamente nel contemporaneo, anche perché non manca di ironia, come quando la ragazzina di colore guida una macchina e alla domanda di come sappia farlo, risponde: “Mario Kart”, riferendosi al famoso videogioco. Come lo sono, ironiche, anche le reazioni eccessive, dunque comiche, di Mertin, nell’istante in cui non si capacita proprio di come i quattro – Alex, Bedders, la nera e l’albino, a questo punto uniti dal destino e non più nemici “per forza di cose” – non conoscano le storiche Regole Cavalleresche. 

Questo film porta un forte messaggio di integrazione, rispetto verso la Storia, consapevolezza delle proprie umane paure, visione lucida sulla capacità di poter essere risoluti e di non temere di essere delle nullità. È un invito a combattere per il giusto, senza didattica o moralismo nella sceneggiatura, piuttosto risolvendo la questione con la chiave dell’ironia o di alcuni dettagli magici familiari ai teens, mutuati da Harry Potter in poi; il film è efficace in un’epoca in cui sono proprio alcuni di loro, nel mondo reale (es. Greta Thunberg), a dare una scossa al presente, per il futuro. “Né tu, né altri, potete fare niente per cambiare il mondo”, afferma la ragazzina di colore: questa frase scatena Alex ad invocare il ritorno di Excalibur (la spada) e da qui tutto s’innesca, con Merlino che spiega come la spada scelga “in base al cuore e alla mente” e non al lignaggio.

Oltre ad alcuni suggestivi effetti speciali, come quello dell’animazione di Morgana figurata come donna-albero attorcigliata in nere radici nodose, bellissima e simbolica è anche la lunga sequenza verso il finale in cui i quattro vestono, letteralmente, i panni dei Cavalieri, armatura in primis, senza effetti artificiali (a parte quelli per la strega e il suo universo), cosa che rende ancor più efficace il realismo e l’empatia, soprattutto del pubblico anagraficamente più vicino ai protagonisti.

Il Re Alex è adesso pronto a combattere altre battaglie “anche senza impugnare Excalibur”, sussurra come monito Merlino, che, infine tornato vecchio saggio, conclude con un forte messaggio politico: “Un Paese è giusto quando lo sono i suoi leader. E voi siete dei leader fantastici”, dice ai suoi quattro Cavalieri, ma forse, e soprattutto, a tutti i bambini e adolescenti che lo guarderanno dal 18 aprile al cinema, distribuito da 20th Century Fox.

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12 Aprile 2019

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