Tre bambini costringono un loro compagno di classe a una prova di coraggio per entrare a far parte del loro gruppo: dovrà portare via un teschio da una chiesa abbandonata. Inaspettatamente il bambino viene inghiottito da una voragine che si apre sul pavimento. I tre ragazzi rimasti fuori accorrono ma non sanno cosa fare, chiamano l’amico senza ottenere alcuna risposta. Non ottenendo risposta temono il peggio. Andarsene sembra essere l’unica soluzione onde evitare guai, ma non sanno che la sorellina di uno di loro li ha seguiti. La bambina irrompe nella chiesa e interviene temeraria e coraggiosa. Si cala nella voragine appesa a una corda di fortuna, ma quando la panca a cui era legata cede sotto il suo peso, trascina con sé anche gli altri bambini. Ritrovano il loro compagno ma si rendono conto di non poter più tornare indietro. Insieme dovranno cercare una via d’uscita. Dopo numerose peripezie, arrivati allo stremo delle forze, saranno aiutati da Grotto, una buffa creatura simile a una stalagmite e con due enormi occhi azzurri che abita nelle grotte e che si esprime solo con suoni gutturali. Un film sull’importanza dell’amicizia, in cui i piccoli protagonisti impareranno a mettere da parte gli egoismi e a trovare la forza per diventare un unico nucleo. Sacrificandosi e dedicandosi gli uni agli altri, capiranno di essere ancora più forti e solo così troveranno la salvezza.
Questo è Grotto, pellicola per ragazzi di Micol Pallucca che ha vinto l’ultimo Giffoni Film Festival, e che uscirà nelle sale italiane il prossimo 21 aprile in 160 copie con QuattrozeroQuattro, anche in 3D. “Un numero di copie elevato per un’opera prima – ammette la regista – ma era necessario facilitare i bambini alla visione. Andrà nel circuito d’essai e stiamo lavorando con le scuole, anche se il momento non è facile: a fine anno gli insegnanti sono poco propensi a mandare i bimbi fuori dalla classe”.
Fantasy e avventuroso, si rifà a tanti classici della generazione anni ’80, a partire ovviamente da E.T., “ma anche i Goonies o Stand by Me – conferma Pallucca – non ho rivisto questi film prima di scrivere la sceneggiatura ma evidentemente li ho assorbiti come una spugna. Tutto si ambienta nelle grotte di Frasassi. Io sono di Fabriano e non credo nel detto ‘nemo profeta in patria’, quindi volevo che il pubblico conoscesse le bellezze delle Marche. Ho scelto la cgi e non gli animatroni perché è meno dispendiosa. Con l’utilizzo di alcuni specifici cursori Grotto può arrivare ad avere 25 sfumature diverse nel sorriso, l’ho potuto dirigere, in post-produzione, come fosse un attore. Il suo linguaggio gutturale nasce da quando la mia nipotina mi coinvolgeva in improbabili ‘gare di rutti’. E’ una cosa un po’ schifosa ma i bambini lo fanno. Ho cercato di renderlo tenero, come quando tieni un bimbo piccolino in braccio per fargli fare il ruttino e poi se ne esce con un boato pazzesco. Ho trovato che il suono fosse molto adatto, perché è duro come la pietra ma anche liquido come l’acqua: perfetto per una stalagmite. Inizialmente pensavamo di farlo parlare interamente coi rutti, facendogli articolare veri e propri discorsi, ma poi abbiamo desistito: era sgradevole. Allora i tecnici hanno campionato il ‘rutto party’ di un gruppo di bambini a cui avevamo fornito capienti dosi di Coca-Cola. Così finalmente ha funzionato”.
Un tocco ironico che potrebbe coinvolgere anche gli adulti: “In effetti è quello che succede anche con i cartoon Dreamworks e Disney. Negli ultimi sedici anni – prosegue l’autrice – ho portato spessissimo i miei nipoti al cinema, tante volte i film che piacevano al bambino non piacevano a me e vice versa. Mi piacerebbe invece che anche i quarantenni potessero apprezzarlo, che escano dalla sala dicendo: ‘però, che carino’. Il film non ha una vera e propria morale, se non il fatto che non bisogna dare per scontata l’amicizia. Quelli che crediamo amici magari si tirano indietro nelle situazioni di emergenza o di pericolo. Però i ragazzi del Giffoni hanno colto un aspetto importante, ovvero, che non bisogna mai arrendersi, anche di fronte ai problemi peggiori, una strada per uscire si trova sempre”.
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