“Fratelli unici racconta in chiave di commedia sentimentale, dolce e amara, le vicende di due fratelli che non si parlano da diversi anni, vivono vite diverse e lontane, hanno passato tutta la vita a desiderare di essere figli unici, ma si ritrovano obbligati a riscoprirsi vicini e legati da un vincolo profondo”. Il regista Alessio Maria Federici, per il suo terzo lavoro – prodotto da LuxVide con Rai Cinema e in sala dal 2 ottobre con 01 – ha voluto accanto a sé attori già conosciuti e sperimentati sul set: Luca Argentero in Lezioni di cioccolato 2 e in Stai lontana da me; Raoul Bova in Immaturi e Nessuno mi può giudicare, di cui Federici è stato aiuto regista.
Una frattura insanabile divide Pietro (Bova) e Francesco (Argentero), due fratelli che non si sopportano, al punto da non frequentarsi e comunicare tra loro. Del resto hanno concezioni di vita profondamente differenti. Francesco è un ‘irregolare’ nel lavoro e nei sentimenti: stuntman, sciupafemmine, squattrinato, sensibile alla sindrome di Peter Pan. Pietro è un chirurgo affermato, un uomo freddo e dedito alla carriera, poco attento alla famiglia e agli affetti, tant’è che la moglie (Carolina Crescentini) l’ha lasciato e la figlia gli rinfaccia le tante assenze. Ma un incidente fa perdere del tutto la memoria a Pietro che regredisce alla condizione di bambino. Francesco, il fratello, è costretto a occuparsi di lui a tempo pieno, ospitandolo in casa, e una bella vicina salutista e insegnante di yoga, Sofia (Miriam Leone), piano piano entra nel rapporto tra i due fratelli. L’insolita convivenza di Pietro e Francesco cambierà gli atteggiamenti di entrambi, creerà nuovi equilibri, mentre nuovi e vecchi amori prenderanno forma.
“Penso che per coinvolgere emotivamente la gente e far sognare il pubblico nazional-popolare sia necessario – spiega il regista – creare un piccolo tocco di magia, lasciando però la sensazione che i fatti raccontati sullo schermo siano quelli della vita”.
Fratelli unici ha avuto un avvio un po’ travagliato, perché i due sex symbol, Bova e Argentero che mai avevano fatto coppia sul set, hanno avuto poco tempo per conoscersi e prepararsi. “Ci siamo incontrati la prima volta a casa del regista e subito ci siamo raccontati pezzi della nostra vita, fatti anche personali – rivela Argentero – senza che Alessio Maria ci interrompesse, forse convinto che per interpretare due fratelli fosse più che mai necessario creare complicità”.
Per Bova si tratta di un film di speranza e rinascita perché il suo personaggio, nonostante rappresenti una certa disillusione nella vita, grazie al rapporto ritrovato con il fratello scopre una nuova possibilità di amare.
“I nostri personaggi hanno fatto tabula rasa dei sentimenti, ma dalla loro imprevista convivenza comincia un’educazione sentimentale, a cominciare da Francesco che ha un pessimo rapporto con l’amore che chiama ‘reflusso gastrico’; forse non ha mai amato”, aggiunge Argentero.
Centrale allora nel film, conclude il produttore Luca Bernabei,è il perdono, tema forte di cui c’è tanto bisogno nella società odierna.
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